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I detenuti e le loro famiglie al Museo Archeologico Nazionale di Taranto Il 23 luglio 8 detenuti con le loro famiglie insieme al MArTA
Testo del comunicato
La riscoperta delle proprie radici, il potere rigenerante della
cultura, la forza vitale della storia, la coscienza della propria identità.
Sono gli elementi che meglio raccontano l’esperienza che il prossimo
23 luglio faranno al Museo Archeologico Nazionale di Taranto alcuni detenuti
insieme alle loro famiglie (figli, mogli) e ai loro accompagnatori.
Si tratta di una tappa fondamentale del progetto realizzato dall’APS
T.R.O.I.S.I. Project che in questa fase si è avvalso della collaborazione
dell’Associazione “Amici dei Musei di Taranto” e del museo MArTA che ha svolto
un ruolo inclusivo, aggregante e federatore.
Otto detenuti, dopo averlo espressamente richiesto agli educatori in
carcere, saranno in visita al museo con le loro famiglie.
“Il progetto ha scelto l’approccio alla persona partendo
dall’esperienza con la bellezza – spiega Maria Teresa Liuzzi, dell’associazione
T.R.O.I.S.I. - e attraverso questo incontro riuscire così a favorire il
ripristino di un legame tra i detenuti e la società e in particolar modo tra i
detenuti e i loro figli. E così che si è innescato un processo virtuoso che ha
visto insieme poi istituzioni, associazioni, privati, riabilitati a loro volta
al bisogno di integrazione e cura che deve riguardare tutti gli anelli fragili
della società”.
“L'iniziativa è sostenuta finanziariamente dall'Associazione “Amici
dei Musei di Taranto” – dice la presidente dell’associazione, Patrizia De Luca
- che ne condivide l'obiettivo di inclusione sociale e rafforzamento dei legami
parentali attraverso una attività culturale che promuove la conoscenza del
patrimonio storico-artistico del territorio”.
La direttrice del Museo
Archeologico Nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, sottolinea che “in un
momento storico in cui ogni elemento di riferimento sembra vacillare, è
fondamentale comprendere che studiare, approfondire, ricordare, educare al bene
comune, permette a tutti non soltanto di ritrovare le proprie radici e sviluppare
la propria sensibilità, ma anche di recuperare la propria identità e sentirsi
parte integrante della storia delle civiltà”.
La visita guidata del prossimo 23
luglio alle ore 10.30 si svolge nell’ambito del progetto dell’APS T.R.O.I.S.I.
e con il consenso della direzione del carcere di Taranto, del Garante per i
diritti dei detenuti e della Magistratura di sorveglianza.