Iscriviti alla newsletter
GLI APPUNTAMENTI DEL MINISTRO RUTELLI
Testo del comunicato
Mercoledì 14 febbraio 2007, il vicepresidente del Consiglio e ministro per i Beni e le Attività Culturali, Francesco Rutelli, alle ore 11,00 ha partecipato al convegno “Cammini d’Europa - Romei, Palmieri e Giacobei” al Torre Rossa Park Hotel, via di Torre Rossa 94, Roma.
Alle ore 16,30 Rutelli è intervenuto alla presentazione del libro bianco sull’Italia delle origini, “Mille Borghi, Cento Città, Un Paese”, nel Salone ex Consiglio Nazionale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, via del Collegio Romano, 27.
Ufficio Stampa - MiBAC
tel. 066723.2261 .2262
Perché questo Libro Bianco
Alla scoperta degli antenati più lontani, delle tante etnìe dalle quali proveniamo
Ci sono ormai molti studi specialistici sulle origini dell’Italia, sui popoli e sulle culture che l’hanno prodotta alcuni millenni fa, ben prima della stessa Roma. Ma ci sembrava che fosse utile uno sforzo di divulgazione che si soffermasse su questo crogiuolo di etnìe, spesso molto differenti fra loro, le quali, provenendo dal vicino Oriente, dalla Grecia, dal Nord Europa o dal corpo di quella che soltanto con Augusto si doveva chiamare, nel complesso, Italia, svilupparono qui forme e modi di vita collettiva. Esse diedero luogo prima a villaggi su palafitte o di capanne, e poi a città, a loro federazioni. Alzarono templi, palazzi e mura, crearono santuari e necropoli, tracciarono strade e diedero un regime alle acque, introdussero colture come la vite e l’ulivo rimaste poi fra le più tipiche della nostra agricoltura e del nostro paesaggio, forgiarono armi.
In questo Libro Bianco, finanziato da Poste Italiane, abbiamo provato a dar conto delle tante diversità che hanno concorso a formare un Paese-ponte fra Nord Europa e Mediterraneo, fra Oriente e Occidente. Abbiamo cercato insomma di offrire il disegno di un panorama generale delle nostre origini lontane. Coi Liguri, che sono fra i nostri progenitori più antichi a nord e la cui origine però è probabilmente libica; coi Lucani che provengono dai Lyki dell’Anatolia, coi Greci che, fin dai mitici Nòstoi, i reduci della guerra di Troia, seminano di colonie il Sud e le isole (ma si spingono anche a nord, fino ad Ancona, colonia dorica) determinandovi poi la Magna Grecia; con gli Etruschi anch’essi venuti, forse, dall’Asia Minore; coi Celti scesi invece dal Nord Europa e che con gli Etruschi per un certo periodo convivono nella pianura padana allora tutta una foresta nordica, col medio Adriatico percorso da una civiltà picena già evoluta e con l’Abruzzo interno dove sorgono santuari mirabili ancor prima dell’annessione a Roma. La quale, a sua volta, nasce e si sviluppa col concorso di più popoli (Latini, Etruschi, Sabini) fino a dare il nome Italia all’intera penisola e diffondere il latino quale lingua ufficiale, sotto il quale sopravvissero però le lingue gallo-italiche a nord e altre forme linguistiche a sud. Con la Sardegna che a lungo fa storia a sé e poi viene, specie sulle coste, colonizzata da Fenici, Punici e Romani, conservando una sua identità particolare.
Una civiltà stratificata, sedimentata da tante differenti esperienze, costumanze e lingue, che dà luogo ad una trama di città diffuse su di un territorio prevalentemente collinare e montano, dalle quali poi Roma trarrà i suoi intellettuali di primo livello, poeti come Virgilio da Mantova, Orazio da Venosa, Lucrezio probabilmente dalla Campania, Ovidio da Sulmona, Catullo da Sirmione, Giovenale da Aquino, mentre il commediografo Plauto scende dall’appenninica Sarsina, oggi in Romagna, i due Plinii, il Vecchio e il Giovane, sono di origine comasca, lo storico Tito Livio viene da Padova, per non parlare di quanti – come Marziale, Terenzio, Seneca – provengono dalla Spagna o dal Nord Africa.
Il nostro Libro Bianco prova a raccontare le origini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole addentrandosi poi regione per regione (le nostre regioni odierne, ovviamente) nella protostoria e nella storia antica, sino all’alto Medio Evo, con cartine regionali nelle quali sono segnati i Comuni di oggi nei quali sono state rinvenute (ma il quadro è in continua evoluzione con le nuove scoperte archeologiche) resti di mura, di centri abitati, di templi, di acquedotti, di porti, di necropoli. Sono oltre duemila fra aree e siti archeologici e oltre mille Comuni odierni caratterizzati da queste preesistenze.
Per questo abbiamo voluto dare al Libro Bianco il titolo geopolitico di “Mille borghi, cento città, un Paese”: i nostri centri abitati, escluse le case sparse, sono infatti ben 29.000, i Comuni d’oggi assommano ad 8.101, con strutture urbane che, sul nucleo pre-romano e romano, sono state consolidate soprattutto nel Medio Evo. Una rete capillare, una maglia diffusa, segnata da storie remote, con oltre 2.100 aree archeologiche (in continuo aumento, con le scoperte in atto), con 192 musei archeologici statali, con 210 monumenti e aree archeologiche visitabili, per un pubblico di visitatori pari, nel 2004, a 32 milioni 227 mila di unità, e con 166 teatri e anfiteatri, fra greci, greco-romani e romani, sopravvissuti nei secoli.
Questo antico e stratificato Paese ha poi avuto, dall’epoca di Dante, una lingua (codificata dal suo maggior poeta) e una cultura nazionale, ma soltanto a metà Ottocento è riuscito a darsi una forma statuale unitaria. Forte delle diversità storiche e culturali che qui abbiamo cercato di documentare e di raccontare in forma divulgativa.
Il Libro Bianco - che consta di 140 pagine, formato 21 x 30 - si compone di una prefazione del ministro per i Beni e le Attività culturali, Francesco Rutelli, di una introduzione di Mario Sanfilippo, storiografo, di una premessa di Vittorio Emiliani, giornalista scrittore, autore anche delle schede macroregionali, mentre quelle regionali si devono a Pino Coscetta, giornalista scrittore. La grafica è di Regina Miecchi. Le cartine sono di Marta Mancinelli. Esso è corredato di tavole e tabelle statistiche su aree, monumenti e musei archeologici in Italia. Produzione e marketing di Massimo Fregnani, produzione e coordinamento di Andrea Moccia. Finanziato da Poste Italiane, esso è stato pubblicato da Minerva Edizioni di Bologna.