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Bondi: festeggiare con il Comitato Edgardo Sogno
Testo del comunicato
In questo sessantaquattresimo anniversario del 25 aprile lo scenario culturale e politico, non solo dell’Italia, è profondamente cambiato. Il Parlamento Europeo ha approvato il 2 aprile 2009 la Risoluzione che sancisce l’equiparazione di comunismo, nazismo e fascismo. Accolta favorevolmente da 553 deputati (con soli 44 no e 33 astensioni) la Risoluzione verte sul tema “Coscienza europea e totalitarismo”. Anche da questo si avverte sempre più viva la necessità di un ampio coinvolgimento delle istituzioni per rendere possibile la più larga e libera partecipazione alle celebrazione della Festa della Liberazione.
Nei decenni passati, purtroppo il sentimento non è stato questo. Il Partito Comunista e in seguito la sinistra cosiddetta democratica ha cercato di egemonizzare la Resistenza, strumentalizzandone politicamente i suoi esiti. Ed è per questo motivo, che è sempre stato importante celebrare figure eroiche come quella di Edgardo Sogno, estranee a questa logica, e non a caso espulse dalla storia “ufficiale”.
In anni più recenti, abbiamo però assistiti a una operazione verità che ha coinvolto istituzioni e intellettuali. Da Carlo Azeglio Ciampi a cui va il merito di aver dato dignità alla resistenza dei militari, per esempio ricordando Cefalonia, a Giampaolo Pansa che ha scoperto il velo sui tanti crimini commessi a guerra finita da quei partigiani che desideravano trasformare la guerra di liberazione in rivoluzione armata; da Sandro Fontana che ha studiato a lungo l’apporto alla Resistenza delle popolazioni contadine cattoliche, a Ugo Finetti che ha smontato le falsità della storiografia comunista tesa a certificare il solo valore di una parte.
Oggi, pero, come dicevo, in un contesto politico nazionale e internazionale per fortuna così profondamente mutato, il 25 aprile deve essere una data capace di rappresentare l’identità e la coscienza nazionale degli Italiani. Ritengo, infatti, di poter dire che proprio le cose che accadono in Italia, in Europa e nel mondo rappresentano un momento propizio per fare di questa data non solo un’occasione di incontro e di crescita, ma riferimento fondante l’unità degli Italiani.
Quel che vogliamo ricordare oggi col 25 aprile è dunque la fine della guerra più sanguinosa mai esistita e del più orrendo incubo che l’Europa abbia vissuto nella sua storia, pur così difficile e faticosa. Una guerra in cui è stato sconfitto il nazifascismo grazie al contributo militare degli alleati, ma che ha visto nella sua ultima fase un movimento di Resistenza civile e militare.
Più in generale credo che possiamo affermare che ciò che si festeggia in questo giorno è la nostra capacità di farci carico del nostro futuro, come nazione e come parte dei popoli europei. Questo è possibile grazie all’esistenza in Italia ed in Europa di un tessuto civile cristiano, di una cultura politica di orientamenti diversi, ma alla prova dei fatti schiettamente democratica. Tutto ciò per farci carico di una scelta coraggiosa: quella di rinunciare alle rispettive rigidità per produrre una tavola di valori condivisi.
Roma, 25 aprile 2009
Ufficio Stampa - MiBAC