Tipo Luogo:
Monumento
Spazio museale di San Pancrazio
Apertura
Prenotazione Non richiesta
Orario di apertura:
- Lun
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Informazioni apertura
Info
Lo Spazio San Pancrazio è visitabile solo in particolari occasioni.
I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria sita nel Museo Archeologico.
Biglietteria
Orario di apertura:
- Lun
- 08:45 - 19:00
- Mar
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- 08:45 - 19:00
- Gio
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- 08:45 - 19:00
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- 08:45 - 19:00
- Dom
- 08:45 - 19:00
Informazioni biglietteria
Info
Biglietto unico Museo Archeologico e Pinacoteca - Giovani dell’EU tra i 18 e i 25 anni non compiuti: € 2,00
Biglietteria all'ingresso del Museo Archeologico
Descrizione
Lo Spazio San Pancrazio è una delle sedi espositive dei Musei Nazionali di Cagliari.
Ricavato nelle strutture del baluardo di San Pancrazio, è ora inglobato nella Cittadella dei Musei.
Ospita la collezione di materiale lapideo e stemmi, giunti ai Musei mediante acquisizioni da collezioni private, donazioni, rinvenimenti fortuiti e recuperi durante demolizioni o restauri. I reperti, che sono datati a partire dal XIII secolo, raccontano l’evoluzione urbanistica e sociale della città di Cagliari.
Il baluardo di San Pancrazio fu edificato per ordine del viceré don Joan Dusay tra il 1501 e il 1503, al fine di proteggere la porta nord di Cagliari dai tiri frontali dell’artiglieria. Questo era il punto debole della fortificazione del quartiere di Castello, in quanto privo di precipizi e scarpate che scoraggiassero eventuali assedi. Lo stemma scolpito sull’architrave della porta d’ingresso riporta le insegne del viceré, le tre triglie.
La rapida evoluzione delle tecniche militari e delle armi da fuoco resero presto superata la concezione di questo sistema difensivo. Le sue caratteristiche costruttive – la struttura scavata nella roccia, le feritoie poco funzionali, l’assenza di muri a scarpa e di cannoniere – suscitarono critiche da parte degli ingegneri militari dell’epoca.
Dalla fine del XVII secolo il baluardo subì varie modifiche. Innanzitutto, fu aperta la porta di Altamira, che interrompeva il passaggio diretto dal cortile della torre di San Pancrazio all’interno del baluardo. Successivamente il suo interno fu adattato a prigione militare e nel 1824 divenne l’ospedale per i detenuti del carcere.
Nel 1897 il complesso fu dismesso dall’amministrazione carceraria per passare alle cure del Ministero della Pubblica Istruzione, ramo Belle Arti. Per molti anni fu utilizzato come deposito di materiali degli scavi della Soprintendenza archeologica sino ai restauri degli anni ’90, che ne hanno permesso l’utilizzo come sede espositiva.
Ospita la collezione di materiale lapideo e stemmi, giunti ai Musei mediante acquisizioni da collezioni private, donazioni, rinvenimenti fortuiti e recuperi durante demolizioni o restauri. I reperti, che sono datati a partire dal XIII secolo, raccontano l’evoluzione urbanistica e sociale della città di Cagliari.
Il baluardo di San Pancrazio fu edificato per ordine del viceré don Joan Dusay tra il 1501 e il 1503, al fine di proteggere la porta nord di Cagliari dai tiri frontali dell’artiglieria. Questo era il punto debole della fortificazione del quartiere di Castello, in quanto privo di precipizi e scarpate che scoraggiassero eventuali assedi. Lo stemma scolpito sull’architrave della porta d’ingresso riporta le insegne del viceré, le tre triglie.
La rapida evoluzione delle tecniche militari e delle armi da fuoco resero presto superata la concezione di questo sistema difensivo. Le sue caratteristiche costruttive – la struttura scavata nella roccia, le feritoie poco funzionali, l’assenza di muri a scarpa e di cannoniere – suscitarono critiche da parte degli ingegneri militari dell’epoca.
Dalla fine del XVII secolo il baluardo subì varie modifiche. Innanzitutto, fu aperta la porta di Altamira, che interrompeva il passaggio diretto dal cortile della torre di San Pancrazio all’interno del baluardo. Successivamente il suo interno fu adattato a prigione militare e nel 1824 divenne l’ospedale per i detenuti del carcere.
Nel 1897 il complesso fu dismesso dall’amministrazione carceraria per passare alle cure del Ministero della Pubblica Istruzione, ramo Belle Arti. Per molti anni fu utilizzato come deposito di materiali degli scavi della Soprintendenza archeologica sino ai restauri degli anni ’90, che ne hanno permesso l’utilizzo come sede espositiva.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 17:51:21 / Ultimo aggiornamento 2024-03-19 12:07:43
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