Tipo Luogo:
Museo, Galleria e/o raccolta
Sala capitolare Ven. Confraternita del SS. Sacramento e S. Rosario
Apertura
Prenotazione Non richiesta
Orario di apertura:
- Lun
- Chiuso
- Mar
- Chiuso
- Mer
- Chiuso
- Gio
- Chiuso
- Ven
- Chiuso
- Sab
- Chiuso
- Dom
- 09:30 - 13:00
Descrizione
La Sala Capitolare è dall’anno 1905 sede della Venerabile Confraternita del SS. Sacra-ento e S. Rosario.
Anticamente detta sala del trebbio, fu edificata dai monaci cistercensi nella prima metà dell’anno 1225. Vi si accede dall’antico e ormai quasi scomparso chiostro, claustrum monasterii. È una grande sala rettangolare costruita sul prolungamento del braccio nord del transetto, dal quale è divisa solo per mezzo dell’ambiente che serve oggi da sacrestia e che è adiacente alla chiesa. È una navata unica, divisa in tre campate coperte da tre crociate costolonate e da una larga arcata; nei restauri cinquecenteschi la sala fu allungata di una campata che imita una croce gotica.
Nella parte destra si aprono due porte, una che conduce all’armarium, l’altra murata che conduceva alla sagrestia: sull’architrave è scolpita la data (1225) di consacrazione. L’antico Armarium, era la biblioteca dei monaci detta “busaria”. Risalente alla prima metà del XIII secolo ed affrescata nel 1503 e 1650, oggi vi è esposto il museo capitolare della Confraternita, comprendente opere e suppellettili che testimoniano la vita dell’abbazia cistercense e successivamente della vita Confraternita nel corso dei secoli. Le decorazioni a “grottesche” delle vele della Sala , risalgono alla seconda metà del ‘500, attribuite a Luzio Romano e furono eseguite per il cardinale commendatario Alessandro Farnese. Gli affreschi del fascione centrale e delle lunette risalgono alla prima metà del ‘600. Le decorazioni delle lunette attribuite a Gaspard Doughet raffigurano i possedimenti pamphiljani. Lo stemma in stucco policromo, posto al centro del fascione prima dell’ultima crociera, appartiene ad Ottaviano Riario Visconti, vescovo di Viterbo dal 1506 al 1523. Il pavimento in marmo bianco e nero, realizzato da Francesco Borromini, è simile a quello delle navate laterali di S. Giovanni in Laterano.
Anticamente detta sala del trebbio, fu edificata dai monaci cistercensi nella prima metà dell’anno 1225. Vi si accede dall’antico e ormai quasi scomparso chiostro, claustrum monasterii. È una grande sala rettangolare costruita sul prolungamento del braccio nord del transetto, dal quale è divisa solo per mezzo dell’ambiente che serve oggi da sacrestia e che è adiacente alla chiesa. È una navata unica, divisa in tre campate coperte da tre crociate costolonate e da una larga arcata; nei restauri cinquecenteschi la sala fu allungata di una campata che imita una croce gotica.
Nella parte destra si aprono due porte, una che conduce all’armarium, l’altra murata che conduceva alla sagrestia: sull’architrave è scolpita la data (1225) di consacrazione. L’antico Armarium, era la biblioteca dei monaci detta “busaria”. Risalente alla prima metà del XIII secolo ed affrescata nel 1503 e 1650, oggi vi è esposto il museo capitolare della Confraternita, comprendente opere e suppellettili che testimoniano la vita dell’abbazia cistercense e successivamente della vita Confraternita nel corso dei secoli. Le decorazioni a “grottesche” delle vele della Sala , risalgono alla seconda metà del ‘500, attribuite a Luzio Romano e furono eseguite per il cardinale commendatario Alessandro Farnese. Gli affreschi del fascione centrale e delle lunette risalgono alla prima metà del ‘600. Le decorazioni delle lunette attribuite a Gaspard Doughet raffigurano i possedimenti pamphiljani. Lo stemma in stucco policromo, posto al centro del fascione prima dell’ultima crociera, appartiene ad Ottaviano Riario Visconti, vescovo di Viterbo dal 1506 al 1523. Il pavimento in marmo bianco e nero, realizzato da Francesco Borromini, è simile a quello delle navate laterali di S. Giovanni in Laterano.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 17:57:49 / Ultimo aggiornamento 2020-06-24 12:01:50
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