Tipo Luogo:
Area Archeologica
Parco archeologico del Colosseo - Domus Aurea
Apertura
Prenotazione Obbligatoria
Orario di apertura:
Informazioni apertura
Info
La Domus Aurea è aperta nei giorni di venerdì, sabato e domenica
Le visite sono previste ogni 15 minuti dalle ore 9.15 alle ore 17.00.
Per prenotare:
- Website
- https://ticketing.colosseo.it/
Biglietteria
Orario di apertura:
- Lun
- Chiuso
- Mar
- Chiuso
- Mer
- Chiuso
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- Chiuso
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- Chiuso
- Dom
- Chiuso
Informazioni biglietteria
Info
Biglietto con visita guidata e realtà virtuale € 26.00
Solo biglietto per i turni di visita non guidati delle ore 13.00 e 17.00
Intero € 18.00
Ridotto per cittadini europei dai 18 anni fino al giorno del compimento del 25esimo anno di età € 2.00
Le gratuità e le riduzioni di legge si applicano solo alla quota relativa al biglietto il cui costo è pari a € 18.00
Descrizione
Domus Aurea
Dopo l’incendio del 64 d.C., che distrusse gran parte del centro di Roma, l’imperatore Nerone iniziò la costruzione di una nuova residenza, che per il suo sfarzo e la sua grandiosità passò alla storia con il nome di Domus Aurea.
Progettata dagli architetti Severus e Celer e decorata dal pittore Fabullus, la reggia non era costituita da un unico edificio, ma da una serie di padiglioni separati da giardini, boschi e vigne e da un lago artificiale, situato nella valle dove oggi sorge il Colosseo. I nuclei principali del palazzo si trovavano sul Palatino e sull’Oppio ed erano celebri per la sontuosità della decorazione in cui a stucchi, pitture e marmi colorati si aggiungevano rivestimenti in oro e pietre preziose. L’enorme complesso comprendeva, tra l’altro, bagni con acqua normale e sulfurea, innumerevoli sale per banchetti, tra cui la famosa “coenatio rotunda”, che ruotava su se stessa, e un enorme vestibolo che ospitava la statua colossale dell’imperatore nelle vesti del Dio Sole.
Dopo la morte di Nerone i suoi successori vollero cancellare ogni traccia dell’imperatore e del suo palazzo, spogliando i lussuosi saloni dei rivestimenti e delle sculture, riempiendoli di terra fino alle volte e utilizzandoli come sostruzioni per altri edifici.
I padiglioni oggi visitabili sono quelli collocati sul colle Oppio: ambienti dalle complesse planimetrie, probabilmente destinati a feste e banchetti, dopo la morte di Nerone essi furono sepolti e “coperti’ dalle grandi terme di Traiano, rimanendo sconosciuti sino al Rinascimento. Solo allora, dopo alcuni ritrovamenti fortuiti, artisti appassionati di antichità come Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello e Giulio Romano iniziarono a calarsi dall'alto in quelle ‘grotte’, copiando i motivi decorativi che esse conservavano e che, dalla loro collocazione, presero il nome di “grottesche”. Ancor oggi il termine di “pittura a grottesche” è utilizzato per indicare un genere, diffuso soprattutto nel XVI secolo, che riprende, rielaborandoli e reinterpretandoli in maniera ludica e fantasiosa, i motivi della decorazione parietale romana.
Dopo l’incendio del 64 d.C., che distrusse gran parte del centro di Roma, l’imperatore Nerone iniziò la costruzione di una nuova residenza, che per il suo sfarzo e la sua grandiosità passò alla storia con il nome di Domus Aurea.
Progettata dagli architetti Severus e Celer e decorata dal pittore Fabullus, la reggia non era costituita da un unico edificio, ma da una serie di padiglioni separati da giardini, boschi e vigne e da un lago artificiale, situato nella valle dove oggi sorge il Colosseo. I nuclei principali del palazzo si trovavano sul Palatino e sull’Oppio ed erano celebri per la sontuosità della decorazione in cui a stucchi, pitture e marmi colorati si aggiungevano rivestimenti in oro e pietre preziose. L’enorme complesso comprendeva, tra l’altro, bagni con acqua normale e sulfurea, innumerevoli sale per banchetti, tra cui la famosa “coenatio rotunda”, che ruotava su se stessa, e un enorme vestibolo che ospitava la statua colossale dell’imperatore nelle vesti del Dio Sole.
Dopo la morte di Nerone i suoi successori vollero cancellare ogni traccia dell’imperatore e del suo palazzo, spogliando i lussuosi saloni dei rivestimenti e delle sculture, riempiendoli di terra fino alle volte e utilizzandoli come sostruzioni per altri edifici.
I padiglioni oggi visitabili sono quelli collocati sul colle Oppio: ambienti dalle complesse planimetrie, probabilmente destinati a feste e banchetti, dopo la morte di Nerone essi furono sepolti e “coperti’ dalle grandi terme di Traiano, rimanendo sconosciuti sino al Rinascimento. Solo allora, dopo alcuni ritrovamenti fortuiti, artisti appassionati di antichità come Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello e Giulio Romano iniziarono a calarsi dall'alto in quelle ‘grotte’, copiando i motivi decorativi che esse conservavano e che, dalla loro collocazione, presero il nome di “grottesche”. Ancor oggi il termine di “pittura a grottesche” è utilizzato per indicare un genere, diffuso soprattutto nel XVI secolo, che riprende, rielaborandoli e reinterpretandoli in maniera ludica e fantasiosa, i motivi della decorazione parietale romana.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 17:51:21 / Ultimo aggiornamento 2024-05-23 15:10:16
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Parco archeologico del Colosseo - Domus Aurea
Roma
(RM)
In occasione delle prime domeniche del mese ad ingresso gratuito, la Domus Aurea aprirà le sue porte...