Monumenti e Aree archeologiche dell'antica Teate - Teatro romano di Chieti
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Descrizione
Monumenti e Aree Archeologiche dell'antica Teate
Dell’antica città di Teate restano importanti monumenti inseriti nel tessuto urbano di Chieti, a testimonianza della sua lunga storia.
I TEMPLI ROMANI
I cosiddetti Tempietti romani rappresentano una delle aree sacre più antiche della città di Chieti. L’impianto originario, che si sviluppava presso un pozzo sacro, prevedeva due edifici affiancati in opera quadrata in travertino e delimitati da un recinto (temenos) per un doppio culto rivolto a Cerere e Venere (Herentas) oppure a Venere e Ercole. Un ulteriore edificio pertinente a questa fase doveva trovarsi al di sotto del “quarto tempio”, i cui resti sono visibili nella struttura del palazzo delle Poste.
Fra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C. il complesso templare subisce una notevole riorganizzazione: due nuovi templi vennero ricostruiti al di sopra delle murature degli edifici precedenti, con orientamento ortogonale rispetto al principale asse viario (l’odierno Corso Marrucino) e al foro, e furono dotati di un alto podio. Successivamente venne costruita anche una terza struttura di più piccole dimensioni addossata al muro sud-occidentale di uno dei due templi.
Dall’area sacra provengono numerose terrecotte architettoniche di rivestimento e frammenti della decorazione fittile corrispondenti a fasi costruttive diverse, fra cui le antefisse con Ercole seduto o con la Signora delle Fiere e un frammento della testa di una divinità maschile (Apollo) o femminile (Cerere o Venere), esposta nel Museo Archeologico Nazionale della Civitella.
Nell’VIII secolo uno dei templi venne trasformato in chiesa cristiana e consacrata ai santi Pietro e Paolo.
IL TEATRO ROMANO
Il teatro, edificio per spettacoli caratteristico della politica edilizia di stampo romano, venne costruito nel I sec. d.C. in prossimità di uno degli ingressi della città, costituito da un diverticolo della Via Tiburtina Valeria, in un’area precedentemente occupata da edifici privati tardo-repubblicani.
La cavea del teatro, che raggiungeva 80 m di diametro, era addossata contro il pendio collinare e la scena aveva come sfondo il suggestivo paesaggio della Maiella. Già poco tempo dopo la sua costruzione, l’edificio subì diversi rifacimenti fra cui l’innalzamento delle gradinate della cavea, evidentemente per aumentarne la capienza, sintomo di una progressiva crescita dell’antica Teate.
Nel corso dei secoli l’edificio è stato privato dei suoi arredi e di gran parte delle strutture e fu inglobato nella maglia urbana moderna tanto da essere riscoperto soltanto durante alcuni lavori edilizi a metà ‘800. Oggi, grazie agli scavi avviati negli anni ’30, è possibile ammirare la porzione orientale della cavea e alcuni fornici da cui era possibile accedere alla struttura.
L’ANFITEATRO ROMANO
L’anfiteatro romano
fu realizzato nella prima metà del I sec. d.C. su una spianata naturale alle
pendici dell’acropoli e in connessione con l’ingresso alla città attraverso la
via Valeria. L’arena, che misurava 60 x 40 m, fu ricavata sbancando una piccola
sella della collina mentre i pendii naturali vennero adattati per ospitare le
gradinate della cavea. I due ingressi principali erano collocati lungo l’asse
maggiore dell’edificio ed erano realizzati con un reticolato bicromo. Sul lato
occidentale dell’asse minore era localizzato il suggestum, la tribuna rialzata
direttamente accessibile dall’arena. Con la fine dell’Impero Romano l’edificio
cadde in disuso, venne completamente spoliato di tutti i suoi arredi lapidei e
fu usato per ospitare un piccolo cimitero che venne sigillato da un crollo
della struttura a causa di un terremoto avvenuto nel VII sec. d.C.. Oggi
l'anfiteatro fa parte del complesso del Museo Archeologico Nazionale di Chieti La Civitella ed
ospita diversi eventi durante l’anno mantenendo così la sua funzione di
edificio di spettacolo anche dopo diversi secoli.
IL COMPLESSO TERMALE E LA CISTERNA
Il complesso termale è composto dalle terme vere e proprie e da una grande cisterna. Questa ha una copertura a botte in calcestruzzo e i pavimenti, come le pareti, sono rivestite in cocciopesto per meglio impermeabilizzare gli ambienti.
La cisterna era destinata alla raccolta delle acque piovane e per quelle che fluivano dal pendio della collina su cui era costruita; con la sua capacità di invaso di circa 3.300 metri cubi, era uno dei principali punti di raccolta delle acque dell’intera città.
Il fronte verso le terme, costruite ad una quota più bassa, era costituito da nove nicchie in laterizio che fungevano anche da fondale monumentale dell’edificio termale.
Questo, databile al I-II secolo d.C., era accessibile tramite un corridoio trasversale pavimentato in tessere bianche e nere. L'ambiente centrale conserva anche un emblema con esseri marini fra cui cavalli con coda di pesce.
L'edificio comprendeva, come di consueto, ambienti dedicati ai bagni freddi, tiepidi e caldi, quest’ultimi garantiti da un sistema di riscaldamento costituito da un pavimento sospeso su pilastrini che permetteva la circolazione dell’aria calda. Sono ancora visibili gli ambienti laterali destinati a tepidarium e calidarium, mentre l'aula ottagonale, con nicchie per i bagni freddi, è parzialmente crollata per l'instabilità del terreno.
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