Tipo Luogo:
Chiesa o edificio di culto
Basilica di San Saturnino
Descrizione
Dedicata al patrono di Cagliari, la Basilica fa parte dell’area della necropoli cristiana più antica della città, uno dei più importanti complessi paleocristiani della Sardegna. L’edificio, risalente ai secoli V-VI d.C., sarebbe stato eretto sul sepolcro di San Saturnino, martirizzato nel 304. Il titolo è registrato per la prima volta in un passo del diacono Ferrando, biografo di Fulgenzio, il vescovo di Ruspe che nel primo quarto del VI secolo fu esiliato dal re Trasamondo dal nord Africa a Cagliari, dove soggiornò due volte e fondò un monastero "iuxta basilicam sancti martyris Saturnini".
Dell’edificio originario, a croce greca con cupola emisferica all’incrocio dei bracci, rimangono solo il corpo centrale e parte dell’abside. Nel 1089 il giudice di Cagliari Costantino Salusio II de Lacon-Gunale donò la Basilica ai Vittorini di Marsiglia. I monaci la ristrutturarono in forme tipicamente protoromaniche e vi stabilirono la sede del priorato sardo dell’Ordine. Durante questa fase, dovuta a maestranze provenzali, fu mantenuto il corpo centrale cupolato e furono riedificati i quattro bracci, di cui resta integro solo quello orientale, a tre navate e abside, con paramento in calcare di Bonaria, accenni di bicromia dovuti all'inserimento di conci vulcanici e utilizzo di spogli marmorei. La navata mediana ha volta a botte impostata su cornice e scandita da sottarchi, mentre le navatelle hanno volte a crociera in cantonetti.
Dopo aver subito danneggiamenti nel corso del Trecento, la basilica divenne proprietà, alla metà del Quattrocento, dell’archidiocesi di Cagliari. Celebri gli scavi archeologici svolti a partire dal 1614 alla ricerca dei “corpi santi”, ossia delle reliquie dei martiri, che portarono alla luce numerose sepolture. Alla fine dello stesso secolo la Basilica fu in parte smantellata per ricavarne materiale per la ristrutturazione barocca della Cattedrale di Cagliari. Durante il Novecento è stata oggetto di vari interventi di restauro mentre l’area della necropoli è tuttora interessata da scavi archeologici.
Dell’edificio originario, a croce greca con cupola emisferica all’incrocio dei bracci, rimangono solo il corpo centrale e parte dell’abside. Nel 1089 il giudice di Cagliari Costantino Salusio II de Lacon-Gunale donò la Basilica ai Vittorini di Marsiglia. I monaci la ristrutturarono in forme tipicamente protoromaniche e vi stabilirono la sede del priorato sardo dell’Ordine. Durante questa fase, dovuta a maestranze provenzali, fu mantenuto il corpo centrale cupolato e furono riedificati i quattro bracci, di cui resta integro solo quello orientale, a tre navate e abside, con paramento in calcare di Bonaria, accenni di bicromia dovuti all'inserimento di conci vulcanici e utilizzo di spogli marmorei. La navata mediana ha volta a botte impostata su cornice e scandita da sottarchi, mentre le navatelle hanno volte a crociera in cantonetti.
Dopo aver subito danneggiamenti nel corso del Trecento, la basilica divenne proprietà, alla metà del Quattrocento, dell’archidiocesi di Cagliari. Celebri gli scavi archeologici svolti a partire dal 1614 alla ricerca dei “corpi santi”, ossia delle reliquie dei martiri, che portarono alla luce numerose sepolture. Alla fine dello stesso secolo la Basilica fu in parte smantellata per ricavarne materiale per la ristrutturazione barocca della Cattedrale di Cagliari. Durante il Novecento è stata oggetto di vari interventi di restauro mentre l’area della necropoli è tuttora interessata da scavi archeologici.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 17:55:38 / Ultimo aggiornamento 2024-10-03 12:48:45