Tipo Luogo:
Area Archeologica
Area archeologica di Roselle
Apertura
Prenotazione Facoltativa
Orario di apertura:
Informazioni apertura
Info
dal 27 ottobre al 30 marzo
da lunedì a domenica ore 8.15-17.15 (ultimo ingresso ore 16.30)
dal 1° aprile al 26 ottobre: da lunedì a domenica ore 9.45-18.45 (18 chiusura della biglietteria)
Attenzione, con allerta meteo arancio/rosso i parchi, giardini e aree archeologiche all’aperto della Direzione regionale musei della Toscana restano chiusi al pubblico per garantire le condizioni di sicurezza. Con allerta meteo giallo vi è la possibilità di chiusura per i parchi e giardini.
Chiusa il 25 dicembre
Per prenotare:
- Tel
- +39 0564 402403 +39 331 6194577
- drm-tos.arearoselle@cultura.gov.it
Biglietteria
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- 08:15 - 19:00
- Mer
- 08:15 - 19:00
- Gio
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- Ven
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- Sab
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- Dom
- 08:15 - 19:00
Informazioni biglietteria
Info
Riduzioni e gratuità secondo le norme di legge previste per i musei statali.
Prenotazioni e informazioni:
tel.+39 0564 402403; cell. +39 331-6194577;
drm-tos.arearoselle@cultura.gov.it
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tel.+39 0564 402403; cell. +39 331-6194577;
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Descrizione
L’Area archeologica di Roselle è situata a circa 10 km a nord di Grosseto, lungo la strada statale che dal capoluogo maremmano conduce a Siena. Il percorso all'interno dell’Area, di circa 2 km, consente di visitare, con l’ausilio di materiale informativo gratuito (schede didattiche in più lingue) i resti della città.
Situata in una posizione geografica molto particolare, su due colline (Nord e Sud) collegate da una valletta, Roselle dominava il versante sud-orientale del 'lago' Prile, via naturale di comunicazione con il mare e le città costiere, mentre il fiume Ombrone, presso la cui foce sorgeva la città, rendeva possibile il commercio con la Val d’Orcia e le città dell’Etruria interna. Anche se sono attestate tracce di frequentazione di età preistorica e protostorica, Roselle venne organicamente abitata dalla prima metà del VII sec. a.C., come confermato dai resti di importanti muri di terrazzamento con alzato in mattoni crudi nell'area della collina Nord e dall’'edificio con recinto', recentemente interpretato come luogo di culto o sede del potere, localizzato nella valletta fra le due colline.
Nel VI sec. a.C. la città ebbe un notevole sviluppo come dimostra il principale complesso monumentale etrusco rosellano: la cinta muraria, lunga più di tre chilometri, visibile e fruibile per lunghi tratti. Ambedue le colline, recinte dalle mura, furono ampiamente urbanizzate: sulla collina settentrionale furono realizzati per lo più edifici privati ('casa dell’impluvium'); su quella meridionale si concentrarono, invece, strutture di tipo artigianale (forni). La vita continua a Roselle anche in età classica ed ellenistica: la 'casa ellenistica' sulla collina Nord ed un edificio templare nel fondovalle costituiscono conferma dell’utilizzazione dell’area durante il V e IV sec. a.C.
Lo storico Tito Livio ricorda che nel 294 a.C. Roselle venne conquistata da Roma ad opera del console Lucio Postumio Megello.
L’archeologia non documenta questa data e le testimonianze dei primi due secoli dopo la conquista sono scarse. All'età imperiale risale la maggiore monumentalizzazione della città: di quest’epoca sono l’anfiteatro, il monumentale complesso forense, le basiliche sul lato settentrionale della piazza e le terme. Nella tarda età imperiale, Roselle fu soggetta a decadenza e i complessi architettonici furono per lo più riutilizzati, alterandone conseguentemente l’aspetto e modificandone la funzione originaria. Nel V sec. d.C. fu sede vescovile e fra la fine del VI sec. d.C. e i primi decenni del VII d.C. fu interessata dalla conquista longobarda.
Di questo periodo restano la chiesa, costruita sulle strutture delle terme imperiali, e il cimitero. Nel 1138 una bolla di Papa Innocenzo II (1130-43) sancì il trasferimento della diocesi nel vicino centro di Grosseto, la cui esistenza è testimoniata fin dall'inizio del IX secolo. Il decreto determinò la fine della civitas di Roselle, che da allora, nominata come castrum, fu progressivamente abbandonata e si ridusse ad “una solitudine selvaggia di pietre e di cespugli spinosi – tana della volpe e del cinghiale, del serpe e della lucertola – visitata solo dal mandriano e dal pastore….”. Così infatti la vide George Dennis, diplomatico ed erudito inglese del XIX secolo, in occasione di una visita in Maremma.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 17:51:29 / Ultimo aggiornamento 2024-10-07 10:10:52
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