Archivio di Stato di Prato
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Palazzo Datini, sede dell’Archivio di Stato
Palazzo Datini è la casa costruita dal mercante pratese Francesco di Marco Datini (1335 ca-1410) come sua dimora, divenuta poi sede del Ceppo dei poveri di Francesco di Marco, l’ente di assistenza nato dal lascito testamentario del mercante, e dei Ceppi riuniti.
Archivio di Stato, Datini, b. 1173, cod. 1620, c. 1r., documento con campioni di stoffa a 4 colori
La lettera dei mercanti è il mezzo e lo strumento per la gestione del lavoro degli stessi mercanti, Il fondo Datini testimonia mirabilmente, per la consistenza della sua documentazione ( oltre 150.00 lettere, 1200 registri e documenti contabili), la consapevolezza del valore della comunicazione e dell’informazione e, al contempo, la capacità di gestione di traffici del sistema aziendale di Francesco di Marco Datini. In particolare l’esemplare, qui presentato, databile tra il 1402 e il 1403 e proveniente dalla compagnia Datini di Barcellona, è un unicum, per i suoi quattro saggi con cimosa in quattro distinti colori, paonazo, verde, cilistrino e scarlata. Per ogni saggio è riportata la quantità richiesta di fornitura e la denominazione del colore.
Archivio di Stato, Ospedale, 5409: n. 469, contrassegno di Iacopo Amanni, data di ritrovamento del bambino 14 agosto 1831
Il contrassegno fa parte della raccolta di segnali trovati con i neonati abbandonati, i così detti “gettatelli”, presso l’Ospedale della Misericordia e Dolce di Prato. La raccolta dei "contrassegni", anche nota come “segni dei gettatelli”, è oggi conservata presso l’Archivio di Stato di Prato, nel fondo Ospedale della Misericordia e Dolce, e consta di 685 pezzi dal 1758 al 1866.
Lettera su Donatello, donata all’Archivio di Stato di Prato
Patrimonio ecclesiastico 995 bis (dono), Lettera di Matteo degli Organi agli operai dell’Opera del Sacro Cingolo, da Firenze a Prato, 18 giugno 1434. Il documento, donato all’Archivio di Stato di Prato nel 2022, è una breve lettera del maestro d’organi Matteo da Prato (1391 – 1465), detto degli Organi, scritta a Firenze il 19 giugno 1434 agli Operai del Sacro Cingolo e risulta essere una fonte documentaria fondamentale per comprendere l’attività pratese di Donatello e i rapporti dell’artista con la committenza nella realizzazione del pulpito esterno della Pieve di Prato (oggi Cattedrale). Il documento è tornato finalmente e straordinariamente nel nucleo di appartenenza e conservazione di origine, l’archivio dell’Opera del Sacro Cingolo, oggi in Archivio di Stato di Prato, tra i cui documenti si conserva, il corpus archivistico più abbondante e variegato da ascriversi a Donatello.