VIVE - VITTORIANO E PALAZZO VENEZIA AL VIA IL RESTAURO DELL’ALTARE DELLA PATRIA
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Descrizione
VIVE - VITTORIANO E PALAZZO VENEZIA
AL VIA IL RESTAURO DELL’ALTARE DELLA PATRIA
Dal 28 marzo 2023 iniziano i lavori, prima tappa di un progetto
di valorizzazione della zona centrale del Vittoriano
vive.cultura.gov.it/it/restauro
Dal 28 marzo l’istituto VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia, diretto da Edith Gabrielli, dà il via alla campagna di restauro dell’Altare della Patria, nel cuore del Vittoriano, al centro di Roma.
Il Vittoriano fu pensato all’indomani della morte di Vittorio Emanuele II, il 9 gennaio 1878. L’obiettivo era celebrare il primo re d’Italia e, attraverso la sua persona, l’intero Risorgimento, ovvero il processo all’origine dell’unità e dell’indipendenza dell’Italia. Il progetto dell’architetto marchigiano Giuseppe Sacconi, vincitore di un apposito concorso bandito nel 1882, fu messo in atto dal 1885. Il monumento, inaugurato ancora incompleto nel 1911, fu concluso negli anni trenta del Novecento.
Che cos’è l’Altare della Patria
L’Altare della Patria è la zona curvilinea al centro del Vittoriano. Sacconi, chiamato a rivedere il progetto iniziale, pensò di trasformare questa parte del monumento in un grande altare laico dedicato alla Nazione e ai suoi valori. La sua decorazione – lunga 70 metri e alta 5 – si deve allo scultore lombardo Angelo Zanelli (1879-1942). Zanelli, risultato vincitore di concorso bandito nel 1908, concluse il lavoro nel 1925.
Il fregio scultoreo che decora l’Altare della Patria vede al centro la statua de La Dea Roma in un’edicola con il fondo di mosaico dorato. Ai lati si snodano due bassorilievi, entrambi concepiti come maestosi cortei: l’uno, sul lato occidentale, raffigura L’Amor patrio che pugna e vince, l’altro, sul lato orientale, Il Lavoro che edifica e feconda. Zanelli, originario della provincia di Brescia, si era formato nell’alveo del classicismo, per poi mutare il proprio linguaggio in chiave Liberty e simbolista. Questa particolare cifra stilistica gli consentì di coniugare la memoria dell’antico con alcune delle più avanzate tendenze internazionali. La Dea Roma, in particolare, mostra una spiccata sensibilità verso l’austriaco Gustav Klimt e la Secessione viennese.
Il perché del restauro
L’Altare della Patria e la sua decorazione si presentano oggi scarsamente leggibili, in uno stato di conservazione precario e in alcune zone critico. Le condizioni climatiche del Vittoriano, caratterizzate da umidità e temperature elevate per via dell'esposizione al sole, hanno favorito il formarsi sulla superficie lapidea di una patina scura, dovuta all'accumulo di micro-alghe, funghi e licheni. Tali organismi, oltre a ottundere la corretta percezione del manufatto, sono causa del degrado meccanico e chimico della superficie.
Il restauro, diretto da Edith Gabrielli ed eseguito da Susanna Sarmati, ha come primo obiettivo garantire la conservazione materiale dell’Altare della Patria, arrestando i fenomeni di degrado in atto e prevenendo i danni futuri attraverso un opportuno trattamento delle superfici. Il secondo obiettivo consiste nel restituire la piena leggibilità all’opera di Zanelli, fin nei dettagli, consentendone una piena comprensione critica. Il terzo e ultimo obiettivo è guadagnare una serie di conoscenze specifiche per ricostruire tecniche, metodi e fasi costruttive dell’opera.
Il progetto del restauro
I lavori si articoleranno in tre fasi. La prima fase, dal 28 marzo all’8 luglio 2023, interesserà le porzioni laterali dell’Altare; la seconda fase, dal 9 luglio al 3 settembre 2023, la porzione centrale di destra, compresa La Dea Roma; la terza fase, dal 4 settembre al 24 ottobre 2023, la porzione centrale di sinistra. Fermo restando il servizio della Guardia d’Onore alla Tomba del Milite Ignoto, tale sequenza consentirà fra l’altro il regolare svolgimento delle cerimonie del 25 aprile 2023 e del 2 giugno 2023. L’intervento si concluderà il 24 ottobre 2023, nel rispetto della cerimonia del 4 novembre 2023.
Un cantiere aperto
I lavori sono concepiti come un cantiere aperto, in grado fra l’altro di attestare l’eccellenza italiana nel settore del restauro artistico. Cittadini e turisti avranno la possibilità di osservare gli operatori dal vivo, di salire sui ponteggi in occasione di visite guidate – in programma il 23 aprile, l’11 giugno, il 27 agosto e il 27 settembre – e di verificare il procedere dell’intervento attraverso un Diario del restauro, ovvero un report video pubblicato ogni settimana sul sito del VIVE - Vittoriano e Palazzo Venezia: vive.cultura.gov.it/it/restauro
«Fin dal nostro insediamento abbiamo dedicato una cura particolare all’Altare della Patria e alla sua maestosa decorazione scultorea» dichiara Edith Gabrielli, direttrice del VIVE. «Lo abbiamo fatto nella piena condivisione dei valori che l’Altare della Patria ha rappresentato e ancor oggi rappresenta, ma anche perché crediamo fermamente nella qualità di Angelo Zanelli: si tratta di un artista di fama veramente internazionale, come dimostra la sua impresa per Cuba nel 1928, eppure per vari motivi alle volte dimenticato. Il restauro che inauguriamo rappresenta il primo passo di un’operazione di recupero critico più ampia, profonda e articolata».
Il progetto di valorizzazione: la mostra
Oltre che sul restauro, la valorizzazione dell’Altare della Patria si basa su varie tappe, coordinate e interdipendenti. L’istituto VIVE dà inizio a una campagna di studio, di catalogazione e restauro di una parte dei gessi oggi in deposito all’ex Mattatoio di Roma, anche grazie alla collaborazione della Soprintendenza speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma. Si tratta di un patrimonio in realtà composito, costituito in parte da bozzetti e modelli dell’Altare della Patria realizzati sia Angelo Zanelli, sia da altri partecipanti al concorso, in parte da altre opere dello stesso Zanelli a suo tempo donate dagli eredi dello scultore allo Stato Italiano. Una volta recuperato, l’insieme rientrerà a pieno titolo nel patrimonio del VIVE e dunque a disposizione del pubblico. Le fasi di studio e di catalogazione si avvalgono della direzione scientifica di Valerio Terraroli, professore ordinario di Museologia e critica d’arte e del restauro presso l’Università degli Studi di Verona; il restauro è affidato a Luca Pantone.
Al termine del restauro dei gessi, il 25 ottobre 2023, l’Istituto VIVE inaugurerà una mostra, a cura dello stesso Terraroli, nella Sala Zanardelli del Vittoriano, dedicata alla figura di Angelo Zanelli e in particolare alla decorazione dell’Altare della Patria. Il visitatore potrà conoscere da vicino lo scultore italiano e le vicende che lo hanno portato prima a imporsi nel concorso e poi a realizzare la monumentale decorazione. La mostra si fonderà sui gessi recuperati, su opere in prestito e su una esperienza immersiva, basata sulle novità del restauro.
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- Website
- vive.cultura.gov.it