Rudolf Levy (1875 -1944) - L'opera e l'esilio
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InfoDescrizione
A quasi ottant’anni dalla morte e a pochi giorni dalla ricorrenza del Giorno della Memoria le Gallerie degli Uffizi rendono omaggio al pittore espressionista tedesco, allievo di Matisse, Rudolf Levy (Stettino 1875 - Auschwitz 1944), dedicandogli in Palazzo Pitti, Andito degli Angiolini, una grande retrospettiva, che copre tutta la sua attività. Le 47 opere in mostra raccontano la tormentata esistenza di Levy attraverso i suoi dipinti, dagli anni giovanili fino a quelli dell’esilio, tra cui gli ultimi trascorsi proprio a Firenze e considerati i più prolifici dal punto di vista artistico. La mostra di Palazzo Pitti, nata da un’idea di Klaus Voigt, insigne studioso dell’esilio di ebrei e antinazisti in Italia, ha lo scopo di far conoscere Levy al grande pubblico: a causa della feroce repressione nazista nei confronti degli ebrei e contro la cosiddetta ‘arte degenerata’, le opere di questo artista presenti nelle collezioni dei musei tedeschi andarono in larga parte trafugate o disperse. Nell’immediato dopoguerra, a Levy vennero dedicate due mostre, ma in seguito il pittore non è stato più portato all’attenzione del grande pubblico. Il progetto degli Uffizi è stato curato dallo stesso Klaus Voigt, recentemente scomparso, Susanne Thesing, autrice della monografia su Levy, Vanessa Gavioli, curatrice delle Gallerie degli Uffizi, e Camilla Brunelli, direttrice del Museo della Deportazione e Resistenza di Prato. Firenze è tappa fondamentale nella produzione artistica di Levy, che proprio nel capoluogo toscano realizza alcune tra le sue opere più rappresentative: nature morte, paesaggi e ritratti.