Tipo Evento:
Convegno/conferenza
Patrimonio di conoscenza. Patrimonio della comunità. La dichiarazione di interesse culturale dell'archivio del Centro di cultura per l'educazione permanente di Santu Lussurgiu
Apertura
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Informazioni apertura
InfoDescrizione
Un archivio davvero "plurale", quello del Centro di Cultura per l'Educazione Permanente UNLA di Santu Lussurgiu.
Una realtà nata dall'entusiasmo pedagogico del maestro Francesco Salis - premio Unesco 1967 - e sperimentata collettivamente da tutta la comunità lussurgese. L'archivio è ricco di documenti, fotografie, audiovisivi che raccontano la costituzione e la vita del Centro, l'impegno contro l'analfabetismo e a favore della consapevolezza civica e dell'impegno democratico, vissuti come valori individuali e collettivi, anche nell'approccio al mondo del lavoro.
Al riconoscimento del valore culturale di questo archivio è dedicato l'evento "Patrimonio di conoscenza. Patrimonio della comunità" che terremo in Soprintendenza (nello Spazio Off) martedì 12 marzo alle 16,30.
L'archivio testimonia la pluridecennale attività del Centro di Santu Lussurgiu, dalla fondazione in seno all’Unione nazionale per la lotta contro l’analfabetismo (UNLA) nel luglio del 1951, passando per il cambio di denominazione in Centro di cultura per l’educazione permanente (1978), fino al presente. Studi recenti considerano l’esperienza del CCP lussurgese tra le più rilevanti nel panorama nazionale per capacità organizzative e sviluppo di attività culturali e, in ambito sardo, quella di maggior spessore; l’unica capace di sopravvivere alla progressiva chiusura di tutti i centri di cultura popolare isolani avvenuta negli anni ‘70. Già nel 1954, a testimonianza dell’apprezzamento delle iniziative portate avanti dal Centro, l’UNLA nazionale, con i fondi derivanti dal Premio Feltrinelli, acquista un apposito edificio da adibire a sede delle sue attività culturali, ancora oggi in uso. Tra le personalità di rilievo emerge la figura di Francesco Antonio Salis (Su Mastru), maestro elementare lussurgese e dirigente del Centro dalla fondazione al 2007, che nel 1967 ottenne dalla giuria del “Premio Mohammed Reza Pahlavi” UNESCO la menzione d'onore per avere contribuito a migliorare la condizione sociale ed economica del suo paese e a ridurre, in pochi anni, la percentuale degli analfabeti fra i lussurgesi dal 37% al 4,5%.
Nella programmazione del Centro, alle attività dei corsi della scuola popolare per adulti si affiancano fin dall’origine le attività perseguite dalle sezioni culturali (cineforum, storia della Sardegna, filodrammatica femminile, agraria, scienze economiche e domestiche) che via via si arricchiscono con corsi pratico-teorici (taglio e cucito, tessitura, legatoria, falegnameria, meccanica) e attività laboratoriali e di addestramento professionale (per tecnici radio meccanici, frutticoltori, trattoristi, commercianti e muratori). Dalle esperienze laboratoriali nascono tre cooperative femminili di tessitrici (1956), magliaie (1963) e confezioniste (1967) che tra alterne vicende proseguirono la loro attività lavorativa fino agli anni ‘80 del Novecento.
Tra le altre iniziative di rilievo sono annoverabili le inchieste portate avanti dal gruppo autonomo di studio, costituitosi in seno al Centro nel 1958, su tematiche di interesse sociale per la comunità (ad es. sul familiarismo a Santu Lussurgiu) e il “Progetto Santu Lussurgiu”, promosso dal Consiglio d’Europa nell'ambito del “Progetto Italia” e avente come obiettivo il rilancio della cultura popolare locale nelle sue manifestazioni materiali e immateriali, da cui trae origine l’istituzione del Museo della tecnologia contadina, ancora oggi attivo.
Nella programmazione del Centro, alle attività dei corsi della scuola popolare per adulti si affiancano fin dall’origine le attività perseguite dalle sezioni culturali (cineforum, storia della Sardegna, filodrammatica femminile, agraria, scienze economiche e domestiche) che via via si arricchiscono con corsi pratico-teorici (taglio e cucito, tessitura, legatoria, falegnameria, meccanica) e attività laboratoriali e di addestramento professionale (per tecnici radio meccanici, frutticoltori, trattoristi, commercianti e muratori). Dalle esperienze laboratoriali nascono tre cooperative femminili di tessitrici (1956), magliaie (1963) e confezioniste (1967) che tra alterne vicende proseguirono la loro attività lavorativa fino agli anni ‘80 del Novecento.
Tra le altre iniziative di rilievo sono annoverabili le inchieste portate avanti dal gruppo autonomo di studio, costituitosi in seno al Centro nel 1958, su tematiche di interesse sociale per la comunità (ad es. sul familiarismo a Santu Lussurgiu) e il “Progetto Santu Lussurgiu”, promosso dal Consiglio d’Europa nell'ambito del “Progetto Italia” e avente come obiettivo il rilancio della cultura popolare locale nelle sue manifestazioni materiali e immateriali, da cui trae origine l’istituzione del Museo della tecnologia contadina, ancora oggi attivo.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2024-02-09 13:57:38 / Ultimo aggiornamento 2024-03-12 12:23:00
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