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#iorestoacasa Pillole di archeologia. Rìpoli: un villaggio preistorico di 7000 anni fa
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La storia della ricerca archeologica in Abruzzo annovera, fra i suoi attori principali, personalità illustri dell’archeologia dell’Ottocento e del Novecento. Grazie a questi uomini, alla loro perseveranza e alle loro intuizioni oggi conosciamo aspetti importantissimi della storia del territorio abruzzese, che collocano la nostra regione in primo piano nel panorama scientifico internazionale.
Il caso di cui vogliamo parlare oggi è quello della ricerca preistorica nella Val Vibrata. In questa bellissima vallata, ricca di storia e cultura, Concezio Rosa, medico condotto di Corropoli e appassionato di archeologia, fece le prime segnalazioni (1865) relative ad una “stazione-officina” preistorica presso Ripoli, da lui cosi? interpretata in considerazione della grande quantità di industria litica (lame, cuspidi di freccia, grattatoi…) rinvenuta da alcuni contadini durante i lavori agricoli. Da queste ricerche presero le mosse i primi scavi archeologici, che proseguirono nel secolo successivo. Nella prima metà del Novecento, infatti, furono individuate numerose strutture ad opera prima di Angelo Mosso (1910) e poi da Innocenzo Dall’Osso, allora Soprintendente alle Antichità delle Marche e degli Abruzzi, in collaborazione con l’assistente Ignazio Messina (scavi 1913-14 e 1915). Fu durante la campagna di scavo del 1913 che vennero alla luce una quarantina di scheletri variamente sepolti, tra i quali la celebre donna con il cane. Le indagini archeologiche furono riprese circa 50 anni più tardi, negli anni ’60, dall’Università di Pisa, sotto la guida del Prof. Antonio Mario Radmilli e del Prof. Giuliano Cremonesi, e portarono all’individuazione di 22 strutture e di parte di un fossato.
Già, ma cosa c’era a Ripoli? Cosa sono queste strutture e cosa ci raccontano i reperti archeologici? Si tratta di un rilevante abitato preistorico, sorto su un terrazzo fluviale alla sinistra del fiume Vibrata, caratterizzato dalla presenza di un numero importante di fosse interpretate come fondi di strutture parzialmente scavate nel terreno, nella maggior parte dei casi di tipo abitativo (capanne), di cui alcune semplici e a pianta circolare, altre doppie e multiple. Il fossato, individuato durante gli scavi degli anni ’60, circondava il villaggio per difenderlo. L’eccezionalità dei rinvenimenti e la loro specificità hanno permesso al Prof. Cremonesi di delineare i tratti peculiari di questa facies culturale definita “Cultura di Ripoli”, una delle più importanti del periodo Neolitico medio-adriatico e che da questo sito archeologico prende il nome.
Gli abitanti del villaggio basavano la loro economia essenzialmente sull’agricoltura, come testimoniato dal rinvenimento di macine e da una certa abbondanza di semi d’orzo, e sull’allevamento, confermato dalla presenza di ossa animali (bovini, ovicaprini e suini); doveva essere diffusa anche la tessitura, stando al ritrovamento di fusaiole e pesi da telaio. La produzione in argilla comprendeva ceramica grossolana, ceramica grigio-nerastra o nera lucidata a stecca e ceramica depurata giallastra o rossiccia. Per la ceramica depurata, sono tipici i motivi decorativi dipinti a bande rosse verticali, a fasce di sottili linee spezzate, a triangoli riempiti di segmenti semplici o a reticolo. Anche l'industria ossea era molto ricca, con vari tipi di punteruoli, spatole, punte di freccia e ami. Oltre al villaggio è stato rinvenuto un sepolcreto, di cui fa parte la celebre sepoltura della donna con il cane, ora conservata al Museo Civico Archeologico di Teramo. Lo scheletro umano, pertinente a un individuo di sesso femminile, è posto in posizione rannicchiata ed è accompagnato dallo scheletro di un cane, collocato vicino alle gambe.
Di recente (anni 2011, 2012 e 2015) la Soprintendenza ha ripreso le indagini archeologiche, sotto la guida del Dott. Andrea Pessina, e sono stati rinvenuti ceramiche e materiali decorativi di rara bellezza. Tali scavi hanno permesso, tra le altre cose, di definire meglio gli inizi della cultura neolitica di Ripoli, che gli esami eseguiti al C14 permettono di collocare già alla fine del VI millennio a.C. L’aspetto certamente più interessante delle ultime indagini archeologiche è, però, il rinvenimento di una paleosuperficie riferibile al Mesolitico, quindi cronologicamente precedente al villaggio neolitico, costituita da un’intensa concentrazione di conchiglie tipo Helix associata a industria litica e resti faunistici.
Le scoperte, chiaramente eccezionali, ci indicano un’antichità di frequentazione che pochi siti possono vantare e ci spingono a proseguire l’impegno per la tutela del sito e del deposito archeologico ancora conservato sotto terra, anche grazie al protocollo d’intesa firmato nel giugno 2019 tra Comune di Corropoli, Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio dell’Abruzzo e l’associazione Italico Onlus per la realizzazione del polo culturale dell’area archeologica di Ripoli. Un progetto da 1,2 milioni di euro finanziato dalla presidenza del Consiglio dei ministri nell’ambito del bando “Bellezz@ - recuperiamo i luoghi culturali dimenticati” e selezionato fra oltre settemila proposte in concorso. Il protocollo è stato sottoscritto dal sindaco di Corropoli Dantino Vallese, dal presidente di Italico Onlus Maurilio Migliorati e dalla soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio d’Abruzzo Rosaria Mencarelli.
Breve bibliografia per testo e immagini
G. RADI, L’abitato e la cultura di Ripoli, in Museo Civico Archeologico “F. Savini” Teramo, a cura di M.P. Di Felice – V. Torrieri, Teramo 2006, pp. 37-43.
A. PESSINA, T. CAIRONI, N. MORANDI, E. NATALI, M. ROTTOLI, Primi risultati dalle nuove ricerche nel villaggio neolitico di Ripoli, in Atti IV Convegno "Il Fucino e le aree limitrofe nell'antichità", Avezzano 2015, pp. 147-170.
http://www.treccani.it/…/civilta-di-ripoli_%28Enciclopedia…/
http://cultandpub.blogspot.com/2010/01/ripoli.html
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-06-22 12:38:38 / Ultimo aggiornamento 2020-06-22 12:38:38
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