Il libro della settimana - Massimo Castoldi, Piazzale Loreto. Milano, l’eccidio e il «contrappasso»
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InfoDescrizione
Venerdì 5
febbraio, ore 17 in diretta sulla pagina Facebook
https://www.facebook.com/bibliotecauniversitariapavia
Con l’autore ne
discutono: Antonella Campagna, Roberto
Lodigiani, Pierangelo Lombardi
All’alba del 10 agosto 1944
quindici antifascisti detenuti nel carcere di San Vittore furono fucilati a piazzale
Loreto, senza regolare processo o specifica incriminazione, da un gruppo di
militi fascisti su ordine degli occupanti tedeschi. I corpi furono ammassati
contro una staccionata di legno e lasciati lì fino al tardo pomeriggio. I
milanesi ammutoliti vi assistettero sgomenti e nel silenzio la piazza fu subito
ribattezzata piazzale Quindici martiri. Nei giorni della Liberazione, il 29
aprile 1945, furono portati in piazzale Loreto i corpi di Mussolini, di
Claretta Petacci e dei gerarchi fascisti uccisi sul Lago di Como. La folla
euforica e inferocita accorse per vedere la fine del regime. Le immagini di
quella mattina si sovrapposero nella memoria collettiva a quelle dell’anno
precedente: furono solo poche ore, ma da quel momento piazzale Loreto non
sarebbe più stato soltanto piazzale Quindici martiri.
Per qualche migliaio di persone
Piazzale Loreto è, dunque, un luogo simbolo della Resistenza e di tutti coloro
che diedero la vita per la libertà del popolo italiano dalla dittatura fascista
e dall’occupazione nazista; per qualche decina di migliaia, forse, è il luogo
simbolo della fine del fascismo, nel quale furono esposti i cadaveri di
Mussolini e dei gerarchi allo sguardo della folla.
La memoria di piazzale Loreto resta,
così, a tanti anni di distanza, una memoria incompiuta, che non è riuscita a
diventare memoria fondativa dell’Italia libera e democratica, poiché in essa si
intrecciano le contraddizioni di oltre settant’anni di storia: dai conti mai
risolti con il fascismo ai conflitti politici durante la guerra fredda, fino
alla memoria debole e post-ideologica di oggi, che si logora tra la retorica
delle vittime e quella della pacificazione. Come ha scritto l’autore del libro,
questa è una storia «che è stata usata,
deformata, immaginata e adattata alle esigenze del momento, piuttosto che
indagata e ricostruita».
Nipote
del maestro antifascista Salvatore Principato, uno dei martiri di piazzale
Loreto, Massimo Castoldi ha raccolto negli anni materiali relativi all’eccidio
del 1944 e alle alterne vicende legate alla storia di quel luogo, diventando un
testimone della memoria di piazzale Loreto. Ne esce così uno scrupoloso lavoro
di analisi di fonti in gran parte inedite, attraverso le quali sono ricostruite con grande rigore la
sequenza degli arresti, le logiche che portarono all’eccidio e a quel che
ne seguì, ma, soprattutto restituisce la voce ai quindici martiri,
ripercorrendone l’ impegno antifascista, attraverso le loro storie umane e
politiche.
Un libro, ha scritto David Bidussa
che “ci riguarda molto da vicino e parla di noi e a noi, nel tempo attuale”.
Posizione
Biblioteca Universitaria di Pavia
Strada Nuova - 27100 Pavia (PV)
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