Il Dante Anzil
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Descrizione
San Vito al Tagliamento (PN) – sabato 25 marzo alle ore 11.00 nella chiesa di San Lorenzo sarà presentata la mostra Il Dante di Anzil, organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento – Assessorato alla Vitalità in occasione del Dantedì, la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri, che ricorre il 25 marzo di ogni anno.
Carlo Sgorlon ci ricorda come «Anzil, già anziano, arrivato al culmine della sua straordinaria, stregata carriera di pittore, interprete dell’inconscio collettivo friulano, delle sue paure e angosce, ma anche della sua selvatica dignità di uomo libero, è stato afferrato e scosso da un’idea fortissima, dotata di una sismica energia. Che cioè la sua terra, il Friuli, fosse un paese vergine, dove l’edificio della cultura cominciava appena ad essere edificato. Il processo era iniziato pressappoco negli anni Quaranta, quando il Friuli, per effetto della spaventosa guerra accettata dal fascismo, cominciava a mutare radicalmente la sua coscienza etico-politica e la sua civiltà».
Tra il 1986 e il 1988 Anzil realizza 63 tavole a tecnica mista e 52 disegni preparatori ispirati alla Divina Commedia e in particolare all’Inferno.
«Per Anzil – commenta Sgorlon – Dante non è soltanto il poeta nazionale. Egli è il poeta cosmico, universale, con il quale sente di avere passioni, sentimenti ed emozioni in comune. […] Dante, medioevale, vede il mondo collocato nell’ordine elaborato da san Tommaso e nello schema tolemaico delle sfere celesti e delle loro inudibili armonie. Anzil, moderno, ha perduto le certezze delle concezioni totalizzanti e delle “summae” medioevali. Però della concezione di Dante ha conservato certe dimensioni: una spinta verso l’universalità e le concezioni totalizzanti e metafisiche. Caos e Cosmo sono spesso presenti nella pittura di Anzil; anzi, benché spessissimo realista e figurativo, Anzil è anche un informale di grande e sincera sostanza, perché questa sua natura ha origini in una precisa concezione del mondo.
Anzil esce spesso, per vocazione, dal mondo storico e antropomorfizzato, per entrare in quello cosmico e metafisico. Il suo legame con la realtà storica e gli accadimenti umani non è così esclusivo come quello dei moderni storicisti, incapaci di rivolgere anche un solo pensiero a ciò che sta al di là dei cancelli, sempre più stretti, del divenire storicistico. Anzil ha dipinto, come lui stesso afferma, “ciò che ha visto”: la guerra, la resistenza, l’emigrazione, Marcinelle, il terremoto, la fatica degli operai, i fatti quotidiani dell’esistenza. Ma spesso il suo sguardo è andato più in là. La sua anima si è riempita di emozioni che vengono da quello che Pietro Citati definisce “l’abisso che sta fuori della storia”. Quando ciò accade, Anzil si trasforma.
Non è più un pittore realista, ma un visionario e un informale, almeno per metà. Nei suoi sfondi non ci sono più il cielo, la montagna, la collina, il villaggio, l’albero, il bosco, la neve, ma un caleidoscopio mutevole e magmatico che si forma e si sfa, che si illumina e si raggruma nell’ombra e nella macchia di colore, in preda a una febbre perenne di mutazione».
Secondo Giancarlo Pauletto Anzil guarda Dante «per le immagini di folla che suggerisce, e per quei culmini di rappresentazione drammatica che s’incentrano in determinati personaggi, i tiranni, il Conte Ugolino, Capaneo, Taide, Mirra, intesi come esempio dello stravolgimento morale cui può giungere l’umanità stessa».
Posizione
Chiesa di San Lorenzo
via P. Amalteo - 33078 San Vito al Tagliamento (PN)
Contatti
- Tel
- +39 0434 843030