Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L'omaggio della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento
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- 0823277536
- sabap-ce.biblioarchivio@cultura.gov.it
- Website
- https://www.sopri-caserta.beniculturali.it/it/456/biblioteca
Descrizione
VENERDI’ 25 novembre 2022
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Biblioteca Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio di Caserta
Venerdì 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la Direzione, il Servizio educativo e la Biblioteca della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento partecipano all’iniziativa organizzando un omaggio alle artiste e ai volti femminili di grande talento, colte, impegnate nel sociale, coraggiose e passionali, vissute combattendo per i propri diritti, in periodi storici e culturali dove le loro voci troppo spesso finivano nel dimenticatoio.
L’Italia è donna, si dice, alludendo al fatto che, nell’iconografia ufficiale, la Repubblica Italiana è rappresentata da una statuaria figura femminile con capo cinto della corona turrita. E le donne, nelle imprese che hanno portato ai grandi passi avanti nel nostro Paese, hanno compiuto azioni di grande coraggio e intraprendenza, forse non ancora conosciute come meriterebbero (Gaetano Afeltra – Corriere della Sera – 30 giugno 2003)
Un viaggio fra le figure femminili più celebri, amate, decise, che con forza e tenacia hanno segnato gli avvenimenti nazionali, celebrate attraverso una raccolta di testi disponibili nel catalogo della Biblioteca, che resterà in esposizione per un mese dal 25 novembre.
Un’iniziativa aperta ai dipendenti, ai consueti fruitori della Biblioteca e agli insegnanti con i loro studenti, con la consapevolezza che, con esempi concreti, l’educazione al rispetto delle donne vada costruita sin dai primi anni di vita e coltivata lungo tutto il percorso della vita. Storie di donne, raccontate attraverso pagine che prendono vita e nelle quali lettori e lettrici sono liberi di spaziare, che lanciano messaggi di speranza e di emancipazione, attraverso lotte portate avanti con uguale forza e audacia degli uomini, per l’ottenimento di un’identità sociale e culturale e che lasciano in eredità alle generazioni successive la grinta e la ricchezza della sapienza e di un impetuoso spirito ribelle.
I TESTI IN ESPOSIZIONE
Il ruolo delle donne nell’unità di Italia
Le radici del Risorgimento partono dalla Rivoluzione Napoletana del 1799, che non aspirava ancora all’unità nazionale, ma, pur con molti limiti, da un rinnovamento istituzionale, economico e sociale nell’ambito del Regno di Napoli. Le donne del Risorgimento italiano erano per la maggior parte aristocratiche o grandi borghesi, che per lo più avevano studiato. Accanto a queste “illustri” c’erano le donne del popolo che contribuivano alla causa perché sentivano istintivamente giusto combattere i soprusi e acquistare la libertà tanto desiderata.
Donne di età orientalizzante. Dalla necropoli di Calatia
Con l’antico scopriamo il presente e, forse, annunciamo un pezzo del futuro impegno poiché i reperti restino consegnati alla responsabilità di altri. Se non fossimo pronti ad accogliere nel nostro tempo i tesori del passato, meglio sarebbe lasciare che sia la nuda terra a custodirli, così come ha fatto per millenni. Bisogna lavorare in tempo utile per mettere a punto tutte le strategie necessarie affinché ciò che sia conosciuto sia veramente salvaguardato; la catalogazione è certamente una corretta strategia di partenza.
Autorità potere violenza – Le donne si interrogano
La seconda parte del testo si interroga sul rapporto donne-autorità nelle religioni abramitiche. Alberta Levi Temin richiama una “lunga catena che va dalle matriarche (Sara, Rebecca, Rachele e Lea)…. alle madri di oggi” per recuperare nella tradizione ebraica una forte e autorevole presenza femminile, troppo superficialmente sottovalutata dalla nostra ottica cristiana. Così come spesso noi cristiani abbiamo letto con pregiudizio le esperienze delle donne islamiche che, invece, Ornella Marra ci ripropone nelle sue positività all’interno di un rapporto “donna-potere” complesso e articolato, che ancora a noi sfugge in tutta la sua ricchezza.
Donne per le donne
Ogni anno le studentesse dell’Isa San Leucio di Caserta incontrano personalità della cultura e dell’arte di livello internazionale, da Dacia Maraini a Lina Wertmuller, da Roberto Bolle a Fernanda Gattinoni, a Laura Balbo a Giancarlo Caselle. E poi ritornano, sempre, a raccontare i loro successi universitari, le loro conquiste nel mondo dell’arte e del lavoro. Quello dell’Istituto statale d’Arte San Leucio è una realtà scolastica fatta di intelligenza e competenze tanto vivaci da far desiderare di esserne parte.
All’ombra della corte. Donne e potere nella Napoli borbonica
Le storie delle donne della prima dinastia borbonica: Maria Amalia Wettin e Maria Carolina d’Asburgo-Lorena; il decennio francese e la seconda dinastia borbonica: Maria Isabella, la “regina Madre”, Maria Cristina di Savoia e Maria Teresa d’Asburgo-Lorena; le raffigurazioni del potere femminile: Maria Amalia e Maria Carolina, Carolina Murat e le sovrane della seconda Restaurazione.
Donne e pagliai
Non va dimenticato che già i Sumeri e i Babilonesi riconoscevano alla donna notevole indipendenza giuridica sia nel trattare gli affari che nel disporre della dote, era libera di intestare le sue proprietà al figlio prediletto, poteva stare in giudizio e condivideva col marito il possesso dei beni acquistati dopo il matrimonio al pari della patria potestà. Solo in tempi recenti la donna ha potuto riacquistare altrettanta considerazione, trovando ostacoli ancora più ardui nel mondo contadino. Il ruolo subalterno che, nella società contadina, la donna aveva rispetto all’uomo, la induceva addirittura a dare del voi al marito a meno che non fosse lui, per il carattere debole, a “farsi mettere i calzoni dalla moglie”, come si usa dire.
Artemisia
Roma, anno 1611. In un atelier del quartiere degli artisti, la giovane pittrice Artemisia si batte furiosamente per imporre il proprio talento. E l’avversario più temibile per lei altri non è che il padre maestro, Orazio Gentileschi. Possessivo, geloso, il celebre pittore vorrebbe nascondere al mondo la bellezza sensuale e soprattutto il genio della figlia. Ma il destino sconvolge i suoi piani: il suo collaboratore e grande amico Agostino Tassi violenta Artemisia. Ne seguirà un processo per stupro, scandaloso per l’epoca, da cui la donna uscirà vittoriosa. Il conflitto tra padre e figlia a questo punto diventa un duello all’ultimo sangue, di cui l’uno e l’altra saranno di volta in volta vincitori e vittime.
La donna del Rinascimento
Come vivevano le donne del Rinascimento? Cosa voleva dire essere la figlia del Medioevo – dover affrontare un mondo ostile senza sapere che era tale? In generale, si può dire che le donne erano divise in categorie: la donna romantica idealizzata, la virago coraggiosa, la cortigiana e la moglie. L’aristocrazia si sposava presto, i poveri più tardi. Ma la moglie non era considerata per i suoi ideali e per le sue idee, come una compagna nella conversazione e nella vita intima; e gli uomini parlavano delle loro mogli come se fossero un faticoso dovere verso la società. Per i cattolici, il matrimonio era un sacramento, per i protestanti un contratto.
Eleonora De Fonseca Pimentel tra mito e storia
Una Eleonora, quella che viene proposta, non bloccata nella sua dimensione sincronica, ma colta, soprattutto, nella diacronia di una vicenda critica, che la vede protagonista della ricerca storica e della rivisitazione letteraria, con punte esistenziali ed espressive di estremo rilievo. “Scese al mutare del vento di bandiera il tricolore repubblicano dai pennoni a Castel dell’Ovo e sventolò bianco, di contro, lo stendardo borbone da rapace, salendo in ganci d’oro che a lei da Sant’Elmo in vedetta, morte annunziò e morte diede coi fieri compagni massoni…” (Tratto da “L’esecuzione di Eleonora De Fonseca Pimentel)”.
Giovanna I d’Angiò regina di Napoli
Dal lavoro certosino di Ciro Raia viene fuori l’immagine di una donna dotata di abilità di governo pur nei complessi rapporti diplomatici, che interessavano la tenuta stessa del regno angioino a Napoli, a cominciare da quelli con il Papa e la Chiesa per finire a quelli con le diverse casate degli Angioini regnanti in diversi paesi d’Europa e d’Italia. Una donna probabilmente di bell’aspetto ma capace di amministrare la giustizia e occuparsi dei problemi di sopravvivenza della popolazione, oltre che di muoversi tra gli intrighi di palazzo. Ma la ricostruzione delle complesse vicende della città e del regno di Giovanna I d’Angiò è per l’autore anche un modo per parlare della vita quotidiana a Napoli, non soltanto all’interno della Reggia ma in una città che cominciava ad acquisire quelle caratteristiche di metropoli sovraffollata, multietnica, piena di contraddizioni e conflittualità che costituiranno, nei secoli successivi, una sua specificità.
Le donne di Napoli – Da Partenope a Sofia Loren
Napoli è nata Partenope. Il mito narra che la creatura marina sbarcò già senza vita. I pescatori la seppellirono dove oggi sorge Castel dell’Ovo, eleggendola a protettrice della comunità e della città che andava sviluppandosi. Nel tempo la sirena Partenope ha conquistato i cuori dell’intera comunità, ha donato il nome al suo villaggio ed è tuttora presente nell’atmosfera di Napoli. Sophia Loren è considerata un’icona di bellezza. Ha iniziato la sua carriera giovanissima e già agli inizi degli anni Cinquanta, grazie ai suoi personaggi, è entrata a far parte del grande schermo e dell’immaginario collettivo.
Tra estasi e perdizione
In occasione dell’evento nazionale “L’Arte festeggia le donne” promosso dal Ministero della Cultura per la Giornata internazionale della donna, la direzione della Galleria nazionale e la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia hanno organizzato la mostra Donne speciali. Tra estasi e perdizione, allestita nella sede della Galleria Nazionale, nel rinascimentale palazzo Sylos Calò in Bitonto. L’esposizione ha inaugurato la pubblicazione del primo numero dei Quaderni della Galleria Nazionale che raccoglie i contributi relativi alle opere esposte, elaborati dai funzionari della Soprintendenza, come risultato strettamente connesso alle ideazioni di Giacomo Colombo.
La consultazione dei testi conservati presso la Biblioteca della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento è concessa agli utenti esterni, dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 13.00 previa prenotazione al seguente indirizzo email: sabap-ce.biblioarchivio@cultura.gov.it
All’indirizzo https://www.sopri-caserta.beniculturali.it/it/456/biblioteca è possibile scaricare il modulo da compilare per la consultazione dei testi.
Delegato del Direttore Generale Avocante, arch. Gennaro Leva
Servizi educativi: Funzionario responsabile dott.ssa Mariangela Mingione
Biblioteca: Funzionario responsabile dottor Simone Foresta
Ufficio Comunicazione: Responsabile dott.ssa Rosa Glorioso
Ricerca testi: assistente amministrativo Adelaide Marrone
Grafica: assistente amministrativo Alessandro Orlando
Info: Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento,
Via Douhet 2 Palazzo Reale, III Piano - 81100 Caserta
fax 0823 354516 http://www.sopri-caserta.beniculturali.it/
Fb: Servizio Educativo Sabap Caserta
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Posizione
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento
Piazza Carlo di Borbone - (Reggia) - 81100 Caserta (CE)