GEP 2021 alle terme del fiume Cosa
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Descrizione
Visite guidate tenute da funzionari della Soprintendenza all'impianto termale di età romana scoperto nel mese di marzo 2021, durante l’esecuzione di saggi archeologici preventivi al rifacimento
dell’impianto fognario lungo il fiume Cosa a Frosinone. L'edificio, di epoca romana medio-imperiale, conserva
parte delle originarie pavimentazioni musive e dei rivestimenti parietali
marmorei degli ambienti. Considerata la rilevanza dell’inaspettato
rinvenimento, non noto da altre fonti, la Soprintendenza Archeologia, Belle
Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina ha disposto la
prosecuzione degli scavi a fini conoscitivi, per l’avvio degli opportuni
provvedimenti di tutela ministeriali, in sinergia con l’amministrazione
comunale di Frosinone, che condivide la programmazione di un progetto di
valorizzazione volto alla fruizione pubblica dell’area.
L’ampliamento delle indagini archeologiche
costituisce la prima fase di una ricerca finalizzata a individuare l’estensione
e la cronologia del complesso termale, di cui sono stati finora messi in luce i
resti di ambienti in opera reticolata e laterizia e una vasca quadrangolare, da
identificare probabilmente con il frigidarium.
Tra le superfici pavimentali, emerse a poche
decine di centimetri dall’attuale piano di calpestio, si distingue un mosaico
bicromo a soggetto marino databile nel II secolo d.C., con raffigurazioni
rappresentative degli ambienti termali, che trova confronti iconografici nella
vicina Supino e affinità stilistiche in alcuni mosaici ostiensi.
L’ubicazione del sito, attualmente accessibile da
via di S. Giuseppe, consente di confermare la frequentazione della sponda
sinistra del fiume Cosa in epoca romana imperiale, probabilmente da mettere in
relazione con il rinnovamento urbanistico della città in tale periodo.
L’importanza dell’esercizio della tutela
archeologica preventiva per tutti i lavori a valenza pubblica, anche nelle zone
non vincolate è testimoniata dall’eccezionalità del sito, il cui progetto di
valorizzazione dovrà includere i restauri conservativi delle murature e delle
superfici decorate, la realizzazione di coperture e la progettazione ambientale
con messa in sicurezza degli argini, anche al fine dell’inserimento dell’area
nel futuro Parco urbano del Fiume Cosa.