“FRA TANTE ROVINE IL FUTURO. La rinascita di Milano dopo la Liberazione” | Mostra documentaria

Mostra documentaria
27 e 28 settembre 2025, dalle 14.30 alle 18.00
11 e 12 ottobre, dalle 14.30 alle 18.00

In occasione delle Giornate europee del patrimonio, l’Archivio di Stato di Milano presenta la mostra gratuita “FRA TANTE ROVINE IL FUTURO. La rinascita di Milano dopo la Liberazione”.

Il 25 aprile 1945, con la Liberazione, Milano esce da vent’anni di dittatura e cinque di guerra. La città, provata dai bombardamenti, dalle privazioni e dalla violenza politica, si affaccia a un tempo nuovo: il tempo della libertà, ma anche dell’incertezza.

Questo primo periodo della ricostruzione è un passaggio fragile e complesso, fatto di slanci e attese, di entusiasmi e ostacoli. La democrazia si afferma lentamente, mentre la ricostruzione, più che realizzarsi, si discute: nei documenti, nei progetti, nei convegni, nei quartieri ancora feriti. Le macerie non sono solo fisiche, ma morali, istituzionali, sociali.

Attraverso fotografie, carte, testimonianze e atti d’archivio, la mostra racconta una Milano sospesa tra passato e futuro. Ne emerge un ritratto inedito della città: una comunità che prova a ricucire il proprio tessuto urbano e civile, a immaginare un domani, pur senza certezze.

"Fra tante rovine il futuro" è un invito a guardare quel tempo liminale in cui tutto era ancora da fare, senza pretese di completezza, quando la libertà era appena nata — e la ricostruzione, ancora, tutta da inventare.

L’esposizione è aperta al pubblico nei pomeriggi di sabato 28 e domenica 29 settembre, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2025, e nei pomeriggi di sabato 11 e domenica 12 ottobre, in concomitanza con la Domenica di Carta 2025.

L’ingresso è gratuito; visite guidate con prenotazione consigliata su Eventbrite: bit.ly/PrenotaVisitaMostra

A cura dei funzionari archivisti dell'Archivio di Stato di Milano Marianna Agostinacchio, Clara Belotti, Ilaria Crespi, Fulvio Beschi, Barbara Interlandi, Chiara Perelli Cippo e Carmela Santoro.