Domenica di Carta 2023|Il trono e l'altare: il rigore spirituale del Vescovo Montieri al servizio di Ferdinando II

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Il trono e l'altare: il rigore spirituale del Vescovo Montieri al servizio di Ferdinando II

Il carteggio privato di Giuseppe Montieri è un colloquio epistolare intrattenuto dal Vescovo con il suo Vicario Gennaro Paradisi, negli anni che vanno dal 1839 fino al 1859, e riguarda il periodo in cui il Montieri fu Vescovo della Diocesi di Aquino, Sora e Pontecorvo. Egli accettò l’incarico con esitazione, in quanto lo riteneva molto impegnativo, ma in virtù dell’amicizia e dei valori condivisi con Ferdinando II decise di accettare. 

Attraverso una ferrea disciplina ecclesiastica, nei dieci anni del suo vescovado riuscì a ricondurre all’obbedienza lo stato di corruzione che dilagava nella Diocesi, e a far rifiorire numerose istituzioni e fondazioni benefiche. Ordine, rigore e sacrificio, uniti a un controllo regolare e talvolta violento, in sostegno alla volontà del Sovrano, lo resero una figura molto impopolare attirando a sé molti nemici.

«Eccomi a dirle tutto». Con questa frase, che si evince nella lettera datata 12 aprile 1848, lo scrivente «Informa che si va di male in peggio: a Napoli la gente è contro monsignore e i suoi seguaci». Dopo svariati spostamenti Montieri, molto malato, morì a Roma il 12 novembre 1862. Le tracce del suo spirito rigoroso e reazionario sono ben evidenti nel carteggio giunto fino a noi.