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VIVACI TRASPARENZE Ceramiche di Yaozhou dalla Collezione Shang Shan Tang
Testo del comunicato
VIVACI TRASPARENZE
Ceramiche di Yaozhou
dalla Collezione Shang Shan Tang
Inaugurazione 7 settembre 2022 dalle
ore 17
MAOV Museo d’Arte
Orientale di Venezia
Ca’ Pesaro, Sestiere di
Santa Croce n. 2076, Venezia
Vivaci Trasparenze:
ceramiche di Yaozhou dalla collezione Shang Shan Tang è una mostra di
ceramiche interamente dedicata alle manifatture di Yaozhou, situata a circa 100
km a nord di Xi’an, nella Cina settentrionale (dove si trova il celeberrimo
esercito di terracotta del Primo Imperatore), che si terrà al Museo d’Arte Orientale di Venezia dal 7
settembre al 23 ottobre 2022, con l’organizzazione di Fondazione Università Ca’
Foscari e MAOV.
Università Ca’ Foscari Venezia, con il suo Dipartimento di
Studi sull’Asia e Africa Mediterranea, e Museo d’Arte Orientale della Direzione
regionale Musei Veneto tornano ancora una volta a collaborare per la realizzazione di
eventi di elevato profilo scientifico e insieme divulgativo, in una sinergia di
intenti utile e necessaria per la diffusione della conoscenza delle culture
extraeuropee.
La fornace di Yaozhou, attiva tra
l’VIII e il XIII secolo, rivoluzionò la
produzione di ceramiche del genere celadon,
diventando la manifattura più influente di tutto l’impero. In ambito ceramico
la Cina detiene diversi primati: è stata infatti il primo paese ad inventare la
porcellana tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo (mentre in Europa ci
sono riusciti mille anni dopo gli alchimisti alla corte di Augusto il Forte
(1670-1733) a Meissen), ma, ancora prima, nel
XIII secolo a.C., lì erano stati realizzati oggetti dal corpo altamente
refrattario rivestito con uno strato di invetriatura verde (con varie
sfumature), comunemente noti in
Occidente con il nome di celadon
e in Cina come qingci (gres con
invetriatura verde-azzurra). Questo
genere ceramico ha riscosso un successo enorme proprio per le sue tonalità
verdi-azzurre che evocano la giada, il materiale simbolo della Cina, o la
patina sui bronzi antichi, altro emblema della millenaria civiltà cinese.
Le 96 opere in esposizione provengono tutte da
una collezione privata straniera, la
Tutti i pezzi saranno esposti nella suggestiva sala 12 del Museo d’Arte
Orientale, che nel
1928 fu destinata a ospitare le porcellane cinesi di quella che fu un tempo la
collezione di Enrico di Borbone. Lo storico allestimento ideato da Nino
Barbantini è stato preservato da allora e armonizza gli straordinari pezzi
asiatici con i caratteri di un appartamento rococò, adorno di specchi e stucchi
settecenteschi, creando un ambiente di grande fascino.
La fornace delle
meraviglie
La storia della fornace
di Yaozhou è sorprendente: da opificio modesto, nel X secolo si era già specializzata nella
produzione di celadon di alta qualità (fino a quel momento appannaggio delle
manifatture meridionali), attraverso una
serie di conquiste tecnologiche dettate dall’esigenza di risolvere difetti
e inconvenienti. Nota in seguito soprattutto per la fabbricazione di celadon
dalla tonalità verde oliva con motivi decorativi incisi o impressi sotto
l’invetriatura, era stata impiantata per produrre ceramiche con coperta nera
per uso quotidiano domestico e il genere a smalti policromi sancai (“tre colori”) destinato per lo
più ai corredi funerari. La Cina settentrionale era nota per la produzione di
porcellana e gli artigiani di Yaozhou si cimentarono anche nella fabbricazione
di ceramica bianca (falsa porcellana), realizzata coprendo le impurità presenti
nelle argille del corpo con uno strato di ingobbio bianco prima
dell’applicazione della vetrina trasparente incolore. I risultati erano però
deludenti: più che bianco, il rivestimento risultava di un giallo poco
attraente che indusse i fuochisti ad avventurarsi nel complesso, e per loro
sconosciuto, sistema della cottura in atmosfera riducente (priva di ossigeno).
Le analisi chimiche hanno mostrato che la ricetta per corpo e invetriatura
rimase invariata, ma grazie alla cottura in riduzione, la coperta risultava di
un verde più che soddisfacente, quando il titanio contenuto nell’ingobbio non
interferiva ingiallendola. Per ovviare a questo problema, i ceramisti
iniziarono a rivestire completamente gli oggetti prima di ingobbio bianco e poi
di vetrina. Tale metodo presentava però un’altra sfida: durante la cottura,
l’invetriatura diventa una potentissima colla, rendendo quindi necessario
limitare il più possibile i punti di contatto del piede di ogni oggetto con il
fondo del contenitore nel quale veniva inserito per la cottura. Anche in questo
caso i vasai di Yaozhou dimostrarono
grande ingegno raffinando progressivamente la tecnica fino a concepirne una
che lasciava soltanto tre piccole cicatrici sulla base. Tale pratica è
comunemente associata alle celebratissime ceramiche Ru (prodotte dalla fine
dell’XI secolo per un centinaio di anni) e considerata una grande conquista dei
ceramisti di Ru, ma in realtà furono i colleghi di Yaozhou a inventarla
centocinquanta anni prima. Una nuova sfida si presentò nell’XI secolo, quando i
fuochisti adottarono il carbone (in sostituzione della legna che scarseggiava)
come combustibile per alimentare le fornaci. La diversa resa del carbone
rispetto alla legna impose modifiche significative alla pianta dei forni,
mentre il rapido raffreddamento alla fine del ciclo di cottura garantiva
invetriature trasparenti (al contrario di quelle precedenti che invece erano
translucide). La trasparenza era importante affinché i motivi decorativi
eseguiti sul corpo sottostante fossero ben leggibili: il nuovo gusto estetico,
infatti, prediligeva oggetti intensamente ornati, ma, sotto una coperta
translucida, i decori apparivano nebulosi; perciò, i fuochisti di Yaozhou
sfruttarono la piena maturità raggiunta dalle vetrine cotte nei forni
alimentati a carbone, raffreddandole rapidamente. Quanto alla sfumatura verde
oliva che contraddistingue le coperte di questo periodo, recenti analisi
chimiche hanno indicato una modifica della ricetta, probabilmente dovuta alla
composizione delle materie prime locali, caratterizzata da un aumento della
percentuale di titanio, responsabile di questa tonalità.
L’invetriatura opalina tornò in auge tra la fine dell’XI e
l’inizio del XII secolo con le ceramiche Ru, molto apprezzate dall’imperatore
Song Huizong (r. 1100-1126) che le volle utilizzare a corte. Ancora una volta i ceramisti di Yaozhou
seppero rispondere prontamente alla nuova moda, creando la cosiddetta
vetrina “chiaro di luna”, dall’aspetto simile alla giada, translucida,
brillante, morbida, e caratterizzata da una tonalità di verde molto tenue (al
contrario del celeste tipico degli esemplari Ru). Nel XIII secolo le manifatture di Yaozhou andarono in disuso per essere
riscoperte attraverso una serie di campagne archeologiche soprattutto negli
anni ‘90 del secolo scorso che ne hanno dimostrato il ruolo cruciale nello
sviluppo della storia della ceramica cinese.
Dalla tecnologia ai
temi decorativi
Per apprezzare appieno la produzione di Yaozhou, la mostra è organizzata per temi, a
partire da quello tecnologico in modo da cogliere la sofisticatezza degli
esperimenti condotti nel tempo dai ceramisti di Yaozhou, sempre pronti a
raccogliere le sfide poste dalle caratteristiche intrinseche alle materie prime
locali, a innovare costantemente la produzione e ad adattarsi alle mode del
momento. Alcune teche sono centrate intorno ai motivi decorativi intagliati,
incisi, o impressi che contraddistinguono i celadon di Yaozhou: peonie (metafora della sensualità
femminile), crisantemi (simbolo
dell’autunno e della saggezza che si acquisisce con gli anni), loti (introdotti con il buddhismo), bambini che giocano (augurio di
progenie numerosa e discendenza ininterrotta), anatre mandarine in uno stagno (emblema di fedeltà coniugale), mini
sculture raffiguranti tartarughe
applicate sul fondo di piccole tazze per dare l’impressione che stiano nuotando
nel liquore che vi si verserà, animali
mitologici che evocano storie straordinarie. Altre vetrine sono invece
incentrate sulla funzione delle forme utilizzate in ambito domestico, ma anche
religioso (soprattutto buddhista). Una teca è dedicata agli esemplari
contrassegnati da iscrizioni, una delle quali di particolare importanza poiché
indica che già all’epoca delle Cinque Dinastie (907-960), le fornaci di Yaozhou
avevano raggiunto l’eccellenza nella fabbricazione di celadon, tanto da essere
incluse nel sistema di tributi per la corte imperiale. Se le manifatture di
Yaozhou sono famose per le loro ceramiche dal colore verde oliva, è importante
sottolineare che esse eccelsero anche nella produzione dei generi rosso ruggine
e nero, quest’ultimo monocromo o chiazzato di rosso con un effetto molto
moderno, e infatti una vetrina accoglie le varie tipologie mettendone in
evidenza i colori.
Per ulteriori approfondimenti:
Sabrina Rastelli,“Re-emerging from underground: The great achievements of the Yaozhou
kilns through their archaeological investigation”
SCHEDA INFORMATIVA
VIVACI TRASPARENZE
Ceramiche di Yaozhou
dalla Collezione Shang Shan Tang
07.09.2022
> 23.10.2022
ANTEPRIMA PER LA STAMPA 7 settembre
dalle 11 alle 12
INAUGURAZIONE
dalle ore 17 alle ore 19 con
presentazione e visita alla sala espositiva. Entrata libera
A CURA DI
Prof. Sabrina Rastelli Phd
Professore ordinario di
Archeologia e Storia delle Arti e filosofia dell’Asia orientale presso
l’Università Ca’ Foscari Venezia
Curriculum Vitae https://unive.academia.edu/SabrinaRastelli/CurriculumVitae
DOVE
MAOV Museo
d’Arte Orientale di Venezia
Ca’ Pesaro,
Sestiere di Santa Croce n. 2076, Venezia
ORARI DI VISITA
Dal martedì alla domenica
10.00 > 18.00 La mostra è compresa
nel ticket d'ingresso al Museo
ORGANIZZAZIONE
Fondazione Università Ca’ Foscari – MAOV Museo d’Arte
Orientale di Venezia
UFFICIO STAMPA
FG Comunicazione – Venezia
Cristina Gatti
+39 338 6950929
cristina.gatti@fg-comunicazione.it
Per
ulteriori informazioni
Università Ca’ Foscari Venezia
Ufficio Comunicazione e Promozione di Ateneo
Settore Relazioni con i media
Paola Vescovi (Direttrice): Tel. 366 6279602 – 339 1744126
Federica Ferrarin (Referente di settore): Tel 366 6297904 -
335 5472229
Enrico Costa (Senior Media Relations Officer): Tel. 337
1050858
Email: comunica@unive.it
Le news di Ca’ Foscari: news.unive.it
Direzione regionale Musei Veneto - Museo di Arte Orientale di Venezia
Ufficio Comunicazione Direzione
Vincenza Lasala
0412967627
vincenza.lasala@cultura.gov.it
Direzione Museo
Dott.ssa Marta Boscolo Marchi
0412967628 – 0415241173
marta.boscolo@cultura.gov.it