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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-10722 della deputata Annalisa Pannarale. Concessione in uso di beni culturali.
Testo del comunicato
Nell’atto di sindacato ispettivo n. 4-10722, l’Onorevole interrogante, fatto riferimento ad alcuni episodi di concessione di beni culturali in uso a privati, avvenuti in alcuni casi anche con limitazioni alla fruizione del bene da parte della generalità dei visitatori, chiede, in primo luogo, se non si ritenga un errore avvalorare l’idea che, pagando, si possa disporre dei monumenti pubblici per uso privato, seppure per ricavarne risorse finanziarie che suppliscano alla carenza di quelle pubbliche e, in secondo luogo, quali iniziative si intenda adottare affinché l’utilizzo del patrimonio storico e artistico da parte dei privati sia regolamentato in maniera uniforme e secondo i principi degli articoli 9 e 3 della Costituzione. Come ricordato anche dall’Onorevole interrogante il Codice dei beni culturali e del paesaggio (emanato con il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) contiene già disposizioni normative che regolano l’uso individuale e l’uso strumentale e precario dei beni culturali, da parte di soggetti privati. In particolare. l’articolo 106 prevede la possibilità per lo Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali di concedere l’uso dei beni culturali, che abbiano in consegna, a singoli richiedenti, per finalità compatibili con la loro destinazione culturale. Secondo l’articolo 107, il Ministero, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali possono, inoltre, consentire la riproduzione nonché l'uso strumentale e precario dei beni culturali che abbiano in consegna, nei limiti fissati dalla stessa norma e nel rispetto delle disposizioni in materia di diritto d'autore Il successivo articolo 108 indica i parametri per la determinazione dei canoni di concessione d’uso (carattere delle attività, tipo e tempo di utilizzazione degli spazi) e stabilisce il pagamento anticipato dei canoni e la determinazione di una cauzione in caso di possibile pregiudizio ai beni culturali. L’utilizzo degli spazi da parte di singoli richiedenti dei cosiddetti “luoghi della cultura”, quindi, è ammesso come forma di fruizione del patrimonio culturale, nonché di valorizzazione in quanto ne favorisce la diffusione della conoscenza. Il riferimento, fatto dall’articolo 106, alle finalità compatibili con la destinazione culturale dei beni concessi in uso, non può intendersi come un divieto assoluto di utilizzo degli spazi museali per eventi non aventi carattere culturale quanto, piuttosto, solo come fattore che condiziona la concessione nella durata e nelle modalità di svolgimento degli eventi. Non appare, quindi, necessario alcun intervento normativo, restando la valutazione delle richieste di concessione, sia dal punto di vista dell’opportunità che delle condizioni, affidata alla responsabilità dell’ufficio concedente. Con particolare riferimento, infine, ai due episodi indicati nell’interrogazione si ritiene opportuno fornire alcune precisazioni. La Biblioteca nazionale centrale di Firenze (BNCF) ha concesso in uso la Sala lettura, in occasione della sfilata di moda dello stilista Alessandro Dell’Acqua curata da Pitti Immagine, in data 9 gennaio 2014, senza precludere la possibilità agli studiosi di utilizzare, come di consueto, la Biblioteca: gli studiosi hanno potuto utilizzare le numerose altre sale di consultazione esistenti nell’istituto. L’evento di moda è consistito nella presentazione di modelli fermi su una passerella accompagnati, sullo sfondo, da proiezioni su monitor posizionati sui tavoli, che mostravano le fasi di lavoro dello stilista nella progettazione dei capi della sua collezione. Tale attività non è sicuramente estranea alla missione istituzionale della BNCF e di questa Amministrazione se si rammentano l’importanza della tradizione della storia del costume e della moda per la città di Firenze e la partecipazione della biblioteca fiorentina all’importante progetto Archivi della Moda del ‘900, realizzato dal Ministero (http://www.moda.san.beniculturali.it/wordpress/). La biblioteca aveva provveduto, nei giorni precedenti l’evento, alle corrette e dovute informazioni sia agli utenti che alle organizzazioni sindacali, comunicando le altre sale aperte alla fruizione del pubblico degli studiosi. Il canone ricavato dalla concessione in uso degli spazi ha permesso il restauro dello storico lucernario della Rotonda Magliabechiana, consentendo così il completamento dei lavori di ripristino dell’Ala museale della biblioteca. Gli organizzatori dell’evento hanno provveduto, anche, alla sostituzione di lampade led per i punti illuminati della Sala lettura e alla riparazione delle serrature delle vetrine da esposizione. E’ opportuno ricordare che l’edificio della BNCF risale agli anni trenta del Novecento e conserva ancora arredi e strutture originali che richiedono sovente interventi di ripristino, troppo onerosi per le dotazioni dell’istituto, ridotte negli ultimi anni a seguito dei provvedimenti di spending review. Analogamente, le altre biblioteche pubbliche statali concedono in uso a soggetti privati spazi e locali, dietro corresponsione dei previsti canoni, per attività compatibili con la loro destinazione, garantendo in ogni caso i propri servizi alla generalità degli utenti. Riguardo, invece, all’episodio riferito alla Villa della Regina, avvenuto giovedì 1 ottobre scorso, si precisa che non si è trattato di una concessione in uso esclusivo del sito, ma di una iniziativa rientrante nella più generale attività di valorizzazione operata dal Polo museale del Piemonte negli istituti e nei luoghi della cultura a esso assegnati. Trattandosi di una attività di valorizzazione del sito, con indubbi vantaggi per il sito stesso, non è stato richiesto alcun canone. L’attività, consistente in un programma di formazione di giovani europei, nasce in stretta collaborazione con l’Associazione Amici di Villa della Regina (che da sempre sostiene economicamente la manutenzione del verde della villa) e, nell’ottica del museo, era rivolta a migliorarne la fruizione. Stante la carenza di fondi per la manutenzione dei giardini della villa, l’attività offerta dall’istituto di credito Unicredit ha consentito l’impianto di una nuova siepe di alloro, di circa ottanta piante, e la semina di un prato fiorito di una superficie di 2240 metri quadrati. Il risultato sarà visibile in primavera e consentirà un miglioramento del decoro dei giardini della villa e del complesso monumentale in genere, con un risparmio sulle manutenzioni future, in considerazione della riduzione dei tagli annui previsti, da quattro a uno. L’iniziativa ha avuto, anche, una componente di collaborazione all’elaborazione di attività didattiche per il museo. L’attività, riguardando l’area dei giardini più vicina all’edificio e avvalendosi del necessario uso di mezzi meccanici, ha forzatamente impedito la normale apertura della sede museale, in considerazione dei relativi problemi di sicurezza e del fatto che l’area interessata alla semina e ai lavori è parte integrante del percorso di visita. Il numero delle persone complessivamente presenti nel complesso museale (partecipanti, tutor, volontari, giardinieri e personale della villa) è stato di oltre centodieci persone, molto vicino alla capienza massima consentita dal piano di sicurezza della sede. Anche per questo motivo è stato impossibile prevedere un’apertura con percorso ridotto, o alternativo, della villa che, si ricorda, è aperta gratuitamente al pubblico. A seguito dell’entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 agosto 2014, n. 171 (Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione e dell’Organismo indipendente di valutazione) la struttura competente alla valutazione e al rilascio delle concessioni in uso dei luoghi di cultura di pertinenza di questa Amministrazione è stata individuata, in ciascuna regione, nella Commissione regionale per il patrimonio culturale (articolo 39 del regolamento citato). La commissione, costituita in ogni regione, è organo collegiale a competenza intersettoriale, presieduto dal segretario regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo; è composta dai soprintendenti di settore degli istituti periferici operanti in ambito regionale e dal direttore del polo museale regionale, integrata con i responsabili degli altri uffici periferici operanti in ambito regionale, quando siano trattate questioni riguardanti i medesimi uffici. In questa loro attività le commissioni opereranno nel rispetto delle disposizioni contenute nel Codice dei beni culturali, contribuendo, anche, a coordinare e armonizzare l’azione dei singoli istituti.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:27:48 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:27:48