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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-08544 del dep. Pietro Laffranco. D.P.C.M. 29 agosto 2014, n. 171. Archivio di Stato di Perugia.
Testo del comunicato
Nell’atto ispettivo n. 4-08544, l’Onorevole interrogante, in relazione al decreto ministeriale del 27 novembre 2014 recante “Articolazione degli uffici dirigenziali di livello non generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo” che non include l’archivio di Stato tra le sedi dirigenziali di livello non generale, chiede quali iniziative si intenda adottare “affinché sia salvaguardato l’archivio di Stato di Perugia con le sue sezioni”. Come è noto, anche questa Amministrazione ha dovuto dotarsi di un nuovo regolamento di organizzazione che recepisse le riduzioni alle piante organiche imposte dalle politiche di revisione della spesa pubblica (spending review), contenute in numerosi provvedimenti normativi finalizzati, tra l’altro, al contenimento e alla riduzione dei costi delle pubbliche amministrazioni. Questo Ministero vi ha provveduto con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 agosto 2014, n. 171, recante “Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della perfomance, a norma dell’art. 16, comma 4, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89”, cui è seguito, successivamente, il decreto ministeriale del 27 novembre 2014, contenente “Articolazione degli uffici dirigenziali di livello non generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo”. Nel complesso, la riorganizzazione – in attuazione delle norme ricordate - ha imposto il taglio di 37 posti dirigenziali (6 di prima fascia e 31 di seconda fascia). Nonostante che l’indicazione normativa mirasse soprattutto alla riduzione della spesa, l’Amministrazione ne ha colto l’occasione per ridisegnare la propria organizzazione in modo fortemente innovativo, in linea con le misure già adottate con il decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, contenente “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2014, n. 106 (c.d. decreto ArtBonus). L’adeguamento ai numeri della spending review è divenuto, così, l’opportunità per intervenire sull’organizzazione del Ministero e porre rimedio ad alcuni problemi che, per lungo tempo, hanno segnato l’amministrazione dei beni culturali e del turismo in Italia. Si tratta di disfunzioni e lacune riconosciute ed evidenziate molte volte e da più parti: l’assoluta mancanza di integrazione tra i due ambiti di intervento del Ministero, la cultura e il turismo; l’eccessiva moltiplicazione delle linee di comando e le numerose duplicazioni tra centro e periferia; il congestionamento dell’amministrazione centrale, ingessata anche dai tagli operati negli ultimi anni; la cronica carenza di autonomia dei musei italiani, che ne limita grandemente le potenzialità; la scarsa attenzione del Ministero verso il contemporaneo e verso la promozione della creatività; il ritardo del Ministero nelle politiche di innovazione e di formazione. Allo scopo di risolvere il vero e proprio “ingorgo” burocratico venutosi a creare negli anni a causa della moltiplicazione delle linee di comando e dei frequenti conflitti tra direzioni regionali e soprintendenze, l’amministrazione periferica è stata ripensata, mantenendo, secondo quanto previsto dalla ipotesi di riforma dell’amministrazione centrale, il livello regionale quale ambito ottimale di riferimento. Il rispetto dei vincoli della spending review ha costretto a riequilibrare le posizioni dirigenziali tra le diverse componenti dell’Amministrazione. In tale contesto l’amministrazione dei beni archivistici non ha subito ridimensionamenti ma è stata razionalizzata: le funzioni della Direzione generale Archivi, nonché quelle delle soprintendenze archivistiche e degli archivi di Stato sono state meglio definite e arricchite e gli archivi di Stato hanno mantenuto autonomia tecnico-scientifica e gestionale, svolgendo le funzioni di tutela e valorizzazione dei beni archivistici in loro consegna, assicurandone la pubblica fruizione, nonché le funzioni di tutela degli archivi correnti e di deposito dello Stato. Il fatto che all’archivio di Stato di Perugia non sia preposto un dirigente di livello non generale non incide in alcun modo sull’organizzazione del lavoro e sui compiti istituzionali dello stesso e non comporterà, in alcun modo, un mutamento nell’attività di tutela e pubblica fruizione della documentazione statale, nell’attività tecnico-scientifica di studio, descrizione e divulgazione in materia di archivi e nell’attività didattica della Scuola presente nell’Archivio. Al di là della presenza di un funzionario delegato alla direzione invece di un dirigente, infatti, le dotazioni di personale e strumentali rimarranno inalterate, così che anche l’attività di promozione culturale sul territorio, attraverso l’organizzazione di convegni, incontri e progetti didattici, finalizzati a una migliore conoscenza del patrimonio archivistico sarà mantenuta senza compromissioni. Si assicura quindi che il personale dell’archivio di Stato di Perugia continuerà, con impegno ed elevata preparazione professionale, a garantire la conservazione, la salvaguardia e la pubblica fruizione dei fondi documentari statali di Perugia.
Documentazione:
Laffranco 1 luglio 2015
(documento in formato pdf, peso 143 Kb, data ultimo aggiornamento: 31 agosto 2015 )