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PROCURA DI BRESCIA E FIAMME GIALLE, “OPERAZIONE KRONOS”: CURIOSITA’, IMPLICAZIONI SCIENTIFICHE, UN CASO INTERNAZIONALE
Testo del comunicato
“Esprimo vivo compiacimento per l’attività investigativa svolta dalla procura di Brescia e dai militari della Guardia di Finanza nell’operazione “Kronos” con una tenacia non comune che disegna nuovi scenari nel contrasto agli illeciti dell’economia e dell’arte e offre nuovi saperi alla comunità scientifica internazionale. Colgo l’occasione per ringraziare della preziosa collaborazione il personale delle unità speciali e della tutela del patrimonio archeologico e tutti coloro che nell’ambito del proprio lavoro riservano attenzioni particolari al sistema culturale italiano”.
Con queste parole, Giuliano Urbani, ministro per i beni culturali, ha voluto sottolineare l’operazione coordinata dalla magistratura di Brescia che ha permesso di identificare alcuni falsi archeologici talmente verosimili da superare il monitoraggio della termoluminescenza e il primo esame degli esperti.
La termoluminescenza è infatti usata per stabilire l’età di un reperto da tecnici, mercanti d’arte e musei internazionali prima di acquistare un’opera d’arte. I falsari, un artigiano e un operatore sanitario, invecchiavano le opere con bombardamenti di radiazioni in una clinica bresciana utilizzando le apparecchiature usate per le cure oncologiche, ma l’organizzazione contava anche altre due persone fra Lazio e Lombardia fra cui “l’artista” di Cerveteri che usava per dipingere gli stessi strumenti utilizzati in antico.
La tecnica “dell’accellerazione lineare”, una vera e propria “invenzione d’autore”è stata messa a punto per far fronte “le esigenze del mercato e il grande numero di richieste”, è stato spiegato dagli indagati al procuratore capo di Brescia, Giancarlo Tarquini, che ha presentato questa mattina alla stampa i risultati di questa prima parte dell’operazione.
Le indagini, da luglio 2003 a settembre 2004, hanno permesso di sequestrare 650 ceramiche autentiche, databili fra il III e il VI sec. a.C., provenienti da scavi clandestini a Vulci, Cerveteri e Tarquinia e 117 reperti archeologici “falsificati” destinati in Svizzera a due importanti antiquari che esercitano la propria attività fra il principato di Monaco, gli Emirati Arabi, il Giappone e gli Stati Uniti. Fra i reperti antichizzati, anche molte copie di originali dell’antica Grecia databili fra il IV e il VI sec. a.C..
Dalla prossima rogatoria sarà possibile sapere con esattezza quali sono i nomi dei musei internazionali che hanno acquistato le clonazioni eccellenti, fra i quali gli investigatori indicano musei americani e giapponesi.
Fra i reperti in vendita c’era una coppa attica a figure rosse che, se vera, sarebbe stata un caso scientifico ed economico: l’esemplare (vero) con le stesse caratteristiche sembra infatti essere un unicum in tutto il mondo. E’ la Kylix di Euphronios e Onesimos conservata al Louvre di Parigi.
Per informazioni:
Ufficio Stampa Mibac
0667232261 – 2