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Mario Turetta: Le politiche culturali hanno successo se si condividono metodi e obiettivi
Testo del comunicato
Si riporta l'Intervista al Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, Mario Turetta, pubblicata su www.quotidianoarte.it a cura di Raffaella Ansuini
Poco più di un anno fa il nostro quotidiano la intervistò in occasione della nomina a Direttore Regionale della Lombardia. Può farci un bilancio dei risultati ottenuti?
ll periodo di lavoro alla Direzione Regionale della Lombardia ha visto un forte impegno del Ministero sui grandi temi del patrimonio culturale della Regione. Dalla candidatura UNESCO dei siti lombardi, al Capitolium di Brescia, da Mantova alla Certosa di Pavia, sino all'annosa questione della Pinacoteca di Brera e del trasferimento dell'Accademia. ln particolare, per quest'ultima sono stati individuati spazi adatti in via Mascheroni ed è stato avviato un serrato confronto con gli organi dell'Accademia, al fine di agevolare lo spostamento con soddisfazione di tutti. Per la Pinacoteca è stata aggiudicata la gara europea al gruppo guidato dall'arch. Bellini e si è dato avvio alla progettazione, per giungere a una completa rifunzionalizzazione della sede museale che, voglio ricordarlo, è tra le più ricche e importanti che abbiamo in Italia. Abbiamo lavorato, anche, al recupero della sede stessa della Direzione Regionale, a Palazzo Litta, per il quale sono stati avviati i lavori di restauro, pur mantenendo, intanto, aperte le sue sale più belle. Si è, infatti, ritenuto di non chiudere del tutto uno dei palazzi più significativi nel centro di Milano, ma di farne una cerniera, tra uffici del Ministero e città, anche nel corso dei restauri. L'occasione per visitare il piano nobile del palazzo è stata cercata attraverso mostre e convegni. Palazzo Litta ha ospitato le opere di artisti contemporanei come Giorgio Ramella, Luigi Stoisa, Enrico Robusti e incontri di approfondimento come Videomuseum, sul rapporto tra estetiche del video e allestimento museale. Alcune delle iniziative sono state progettate e realizzate con la collaborazione degli assessorati alla Cultura del Comune di Milano e del Comune di Torino, aprendo all'arte l'esperienza già collaudata per la musica di MiTo.
Ed Expo 2015?
Non c'è dubbio che l'occasione dell'Expo 2015, per Milano e la Lombardia, significhi una vetrina internazionale per la quale giocherà un ruolo fondamentale quel patrimonio culturale per il quale la regione è conosciuta. Si pensi solo all'immagine simbolo di Leonardo e del suo Cenacolo, al quale abbiamo dedicato un importante convegno a dieci anni dalla conclusione dei restauri. Non è necessario, perciò, sottolineare ulteriormente quanto sia importante giungere all'appuntamento dell'Expo, con un sistema dei beni culturali, pienamente fruibile ai numerosi visitatori attesi, valorizzato e ben comunicato. Sono stato Direttore Regionale in Piemonte nel periodo delle Olimpiadi invernali del 2006 e posso testimoniare in modo diretto come l'offerta culturale sia fortemente propulsiva dell'immagine del territorio, fornendo un attrattore primario per il turismo.
Dopo poco più di 2 anni, Lei torna in Piemonte, la sua regione di origine. Immaginiamo ci siano in previsione grandi progetti. Su quali punta la Direzione Regionale?
Sono tornato in Piemonte da pochi mesi, dopo un'assenza che mi ha permesso di compiere esperienze in altri ambiti e regioni. Non mi nascondo che il contesto è mutato. Il dopo Olimpiadi ha permesso al Piemonte di "incassare" i vantaggi del lavoro fatto, ma ovviamente l'effetto Olimpiadi non dura per sempre. Bisogna, dunque, avviare una nuova fase conservando di quell'esperienza l'insegnamento più significativo, ovvero che le politiche culturali hanno successo solo se si condividono metodi e obiettivi. Ciò che ha fatto guardare a quello piemontese come a un modello vincente è stata la partecipazione convinta di tutte le istituzioni a un progetto comune e di ampio respiro: dal Ministero alla Regione e al Comune, dalle Fondazioni alle associazioni. Oggi, ritengo si debba ripartire con una programmazione che ponga obiettivi ambiziosi nei prossimi anni, senza farsi spaventare dalla crisi o dalle difficoltà oggettive, ma soprattutto senza usare la crisi e le difficoltà per giustificare un ritorno di ciascuno al proprio particolare.
Oltre a "perle" quali il museo egizio di Torino e la Venaria Reale vi è un attrattore culturale di nuova concezione sul quale la Direzione Regionale pensa di investire?
Al di là dei luoghi più noti e frequentati della città, stiamo lavorando sull'intera corona di Residenze Reali, anche queste nella lista Unesco: Venaria, la prima, ma anche Stupinigi e Agliè, dove sono state restaurate e riaperte di recente le cucine del Castello, o Racconigi e il suo parco, premiato nel 2010 come il più bello d'ltalia. A Racconigi siamo riusciti a proporre anche quest'anno un articolato programma culturale che ha visto il balletto e la lirica con il Teatro Regio, o l'arte contemporanea con la Biennale di Scultura. Devo poi citare il Forte di Gavi, dove è stata restaurata la polveriera o Bene Vagienna dove il restauro degli edifici si accompagna alla proposta culturale per il teatro e la musica. Per rimanere a Venaria, nel segno di una continuità di lavoro tra Piemonte e Lombardia, stiamo lavorando a una grande mostra sui disegni di Leonardo che permetterà di conoscere ancor più l'uomo e il suo mito a partire dall'autoritratto conservato presso la Biblioteca Reale, noto in tutto il mondo. La mostra sarà un contributo alle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. È un capitolo ampio, quello delle celebrazioni, con numerose iniziative in tutto il Piemonte. In autunno aprirà una mostra su Vittorio Emanuele II, articolata tra Palazzo Chiablese, Palazzo Reale e Racconigi, luoghi nei quali visse e che ci restituiranno un profilo a tutto tondo del personaggio storico. Sono previste mostre all'Armeria Reale e a Villa della Regina, all'Archivio di Stato di Alessandria, Verbania, Vercelli, Asti, solo per citare alcune delle numerose iniziative. Tornando a Torino, stiamo lavorando alla ripresa di quel complesso progetto, battezzato Polo Reale, che vedrà connettersi fisicamente gli spazi museali del centro aulico della città. Il visitatore potrà passare senza soluzione di continuità, dalla Biblioteca e dall'Armeria Reale a Palazzo Reale, attraverso la Galleria Sabauda per la quale abbiamo avviato il trasferimento nella Manica Nuova, per giungere al Teatro romano e al Museo di Antichità: un unico grande complesso che la città, con la sua storia, sicuramente merita.
Poco più di un anno fa il nostro quotidiano la intervistò in occasione della nomina a Direttore Regionale della Lombardia. Può farci un bilancio dei risultati ottenuti?
ll periodo di lavoro alla Direzione Regionale della Lombardia ha visto un forte impegno del Ministero sui grandi temi del patrimonio culturale della Regione. Dalla candidatura UNESCO dei siti lombardi, al Capitolium di Brescia, da Mantova alla Certosa di Pavia, sino all'annosa questione della Pinacoteca di Brera e del trasferimento dell'Accademia. ln particolare, per quest'ultima sono stati individuati spazi adatti in via Mascheroni ed è stato avviato un serrato confronto con gli organi dell'Accademia, al fine di agevolare lo spostamento con soddisfazione di tutti. Per la Pinacoteca è stata aggiudicata la gara europea al gruppo guidato dall'arch. Bellini e si è dato avvio alla progettazione, per giungere a una completa rifunzionalizzazione della sede museale che, voglio ricordarlo, è tra le più ricche e importanti che abbiamo in Italia. Abbiamo lavorato, anche, al recupero della sede stessa della Direzione Regionale, a Palazzo Litta, per il quale sono stati avviati i lavori di restauro, pur mantenendo, intanto, aperte le sue sale più belle. Si è, infatti, ritenuto di non chiudere del tutto uno dei palazzi più significativi nel centro di Milano, ma di farne una cerniera, tra uffici del Ministero e città, anche nel corso dei restauri. L'occasione per visitare il piano nobile del palazzo è stata cercata attraverso mostre e convegni. Palazzo Litta ha ospitato le opere di artisti contemporanei come Giorgio Ramella, Luigi Stoisa, Enrico Robusti e incontri di approfondimento come Videomuseum, sul rapporto tra estetiche del video e allestimento museale. Alcune delle iniziative sono state progettate e realizzate con la collaborazione degli assessorati alla Cultura del Comune di Milano e del Comune di Torino, aprendo all'arte l'esperienza già collaudata per la musica di MiTo.
Ed Expo 2015?
Non c'è dubbio che l'occasione dell'Expo 2015, per Milano e la Lombardia, significhi una vetrina internazionale per la quale giocherà un ruolo fondamentale quel patrimonio culturale per il quale la regione è conosciuta. Si pensi solo all'immagine simbolo di Leonardo e del suo Cenacolo, al quale abbiamo dedicato un importante convegno a dieci anni dalla conclusione dei restauri. Non è necessario, perciò, sottolineare ulteriormente quanto sia importante giungere all'appuntamento dell'Expo, con un sistema dei beni culturali, pienamente fruibile ai numerosi visitatori attesi, valorizzato e ben comunicato. Sono stato Direttore Regionale in Piemonte nel periodo delle Olimpiadi invernali del 2006 e posso testimoniare in modo diretto come l'offerta culturale sia fortemente propulsiva dell'immagine del territorio, fornendo un attrattore primario per il turismo.
Dopo poco più di 2 anni, Lei torna in Piemonte, la sua regione di origine. Immaginiamo ci siano in previsione grandi progetti. Su quali punta la Direzione Regionale?
Sono tornato in Piemonte da pochi mesi, dopo un'assenza che mi ha permesso di compiere esperienze in altri ambiti e regioni. Non mi nascondo che il contesto è mutato. Il dopo Olimpiadi ha permesso al Piemonte di "incassare" i vantaggi del lavoro fatto, ma ovviamente l'effetto Olimpiadi non dura per sempre. Bisogna, dunque, avviare una nuova fase conservando di quell'esperienza l'insegnamento più significativo, ovvero che le politiche culturali hanno successo solo se si condividono metodi e obiettivi. Ciò che ha fatto guardare a quello piemontese come a un modello vincente è stata la partecipazione convinta di tutte le istituzioni a un progetto comune e di ampio respiro: dal Ministero alla Regione e al Comune, dalle Fondazioni alle associazioni. Oggi, ritengo si debba ripartire con una programmazione che ponga obiettivi ambiziosi nei prossimi anni, senza farsi spaventare dalla crisi o dalle difficoltà oggettive, ma soprattutto senza usare la crisi e le difficoltà per giustificare un ritorno di ciascuno al proprio particolare.
Oltre a "perle" quali il museo egizio di Torino e la Venaria Reale vi è un attrattore culturale di nuova concezione sul quale la Direzione Regionale pensa di investire?
Al di là dei luoghi più noti e frequentati della città, stiamo lavorando sull'intera corona di Residenze Reali, anche queste nella lista Unesco: Venaria, la prima, ma anche Stupinigi e Agliè, dove sono state restaurate e riaperte di recente le cucine del Castello, o Racconigi e il suo parco, premiato nel 2010 come il più bello d'ltalia. A Racconigi siamo riusciti a proporre anche quest'anno un articolato programma culturale che ha visto il balletto e la lirica con il Teatro Regio, o l'arte contemporanea con la Biennale di Scultura. Devo poi citare il Forte di Gavi, dove è stata restaurata la polveriera o Bene Vagienna dove il restauro degli edifici si accompagna alla proposta culturale per il teatro e la musica. Per rimanere a Venaria, nel segno di una continuità di lavoro tra Piemonte e Lombardia, stiamo lavorando a una grande mostra sui disegni di Leonardo che permetterà di conoscere ancor più l'uomo e il suo mito a partire dall'autoritratto conservato presso la Biblioteca Reale, noto in tutto il mondo. La mostra sarà un contributo alle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. È un capitolo ampio, quello delle celebrazioni, con numerose iniziative in tutto il Piemonte. In autunno aprirà una mostra su Vittorio Emanuele II, articolata tra Palazzo Chiablese, Palazzo Reale e Racconigi, luoghi nei quali visse e che ci restituiranno un profilo a tutto tondo del personaggio storico. Sono previste mostre all'Armeria Reale e a Villa della Regina, all'Archivio di Stato di Alessandria, Verbania, Vercelli, Asti, solo per citare alcune delle numerose iniziative. Tornando a Torino, stiamo lavorando alla ripresa di quel complesso progetto, battezzato Polo Reale, che vedrà connettersi fisicamente gli spazi museali del centro aulico della città. Il visitatore potrà passare senza soluzione di continuità, dalla Biblioteca e dall'Armeria Reale a Palazzo Reale, attraverso la Galleria Sabauda per la quale abbiamo avviato il trasferimento nella Manica Nuova, per giungere al Teatro romano e al Museo di Antichità: un unico grande complesso che la città, con la sua storia, sicuramente merita.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:27:14 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:27:14