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Le “acrobate” di Taranto a Parigi Dal 4 luglio al 28 settembre tre opere del Museo Archeologico Nazionale di Taranto in mostra all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi
Testo del comunicato
L’acrobata, il gruppo fittile con la scena
dell’ephedrismos (gioco che
consisteva nel cercare di rovesciare una pietra posta ad una certa distanza,
utilizzando una palla oppure altre pietre. Il giocatore che non riusciva doveva
scontare la penitenza di portare il vincitore sulle spalle che, una volta
salito sull'avversario, gli copriva gli occhi con le mani) e la lekythos (recipiente per la
conservazione di oli profumati e unguenti) sovvraddipinta, saranno i reperti
ambasciatori del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, nella mostra all’Istituto
Italiano di Cultura di Parigi,
dal 4 luglio al 28 settembre all’interno del prestigioso edificio
settecentesco de Galliffet nel prestigioso quartiere di Saint-Germain della
capitale francese.
I tre reperti, oggetto di un prestito
temporaneo da parte del MArTA, saranno parte integrante dell’esposizione “Mystères
des Poulles entre pierres, terre et mer” (“Misteri di Puglia tra pietre,
terra e mare” - ndr), incentrata sull’evoluzione dell’ambiente culturale e del
paesaggio architettonico della Puglia nel corso dei secoli.
Parliamo di una esposizione che celebra la
Puglia, la sua cultura mediterranea tra Oriente e Occidente, di cui anche il
Museo Archeologico Nazionale di Taranto è emblema e sintesi – dice la direttrice
del MArTA, Eva Degl’Innocenti.
E la storia dei tre reperti testimonial ne è
la prova tangibile.
Si tratta infatti di capolavori dell’arte
magno greca con un denominatore comune: l’eleganza e il virtuosismo delle figure
femminili raffigurate, tra cui un’acrobata dipinta su un antico vaso utilizzato
in età ellenistica per la conservazione di oli profumati e unguenti.
A rappresentare questo patrimonio di arte e
cultura della Puglia magno greca, saranno le “Acrobate di Taranto” che con i
corpi nudi o ricoperti solo da vestiti leggeri compiono equilibrismi sulle
mani, con gambe piegate in avanti sopra la testa, o riproducendo l’antico gioco
dell’ephedrismos, praticato da partner dello stesso sesso e che
consisteva in una serie di prove portando l’altra parsona sulla schiena.
La rappresentazione dell’acrobata era molto
diffusa dalla fine del periodo classico fino al periodo romano nel bacino del
Mediterraneo: questi manufatti fotografano la ricercatezza nei costumi di
quelle civiltà.
I reperti della figurina fittile di acrobata
sulle mani (fine del IV sec. a.C.), del gruppo fittile con scena di ephedrismos
(II secolo a.C.) e della lekythos a figure rosse sovraddipinta
(330-320 a.C.), sono giunte a Parigi per questa importante mostra.
Taranto
parla una lingua universale: quella della cultura – ha concluso la
direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti.