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INTERVISTA DEL MINISTRO AL SOLE 24 ORE Galan: «Non ritireremo l'impugnativa va cambiata la sostanza della legge». «Non so come vada il tavolo e non mi interessa. Le regole vanno rispettate»
Testo del comunicato
«Non facciamo ricorsi per questioni di forma, la nostra è una questione di sostanza grande come una casa». Se dalla Regione Lazio minimizzano e dicono di essere nel giusto, a una lettura attenta nel merito dello scontro che sta riguardando in questi giorni il Piano casa, il ministro dei Beni culturali, Giancarlo Gale ribadisce, invece, la fondatezza della sua iniziativa: «La legge oggi contiene una serie di interferenze indebite che vanno eliminate. E non è una questione che riguarda solo il Lazio. Se ci saranno problemi anche con altre leggi regionali, in futuro, impugneremo anche quelle». La Regione parla, invece, di questione di forma. La questione è tutt'altro che di forma, ma di sostanza. Il Lazio con la legge regionale di fatto ha svuotato di contenuto quello che è il cuore pulsante del sistema vigente della pianificazione paesaggistica: la pianificazione paesaggistica congiunta. Se pensano che, cambiando un punto e una virgola, la questione si risolva, sono fuori strada. In vari punti della legge, però, si parla di parere del Mibac. Hanno parlato di approvazione sui singoli progetti, non di altro. In base alla loro legge regionale la sovrintendenza si pronuncia solo alla fine e in maniera frammentata. In questo modo hanno, innanzitutto, sostituito alla legge nazionale una loro norma senza avere il potere di farlo. Poi, hanno dimenticato che fare il piano paesaggistico insieme significa condividere le responsabilità. Dalla Regione dicono che il ricorso punta a dare più poteri ai sovrintendenti. La verità è che nel Lazio non hanno voglia di fare il piano paesaggistico insieme a noi e hanno fatto la legge per dribblarlo. Sono loro che vogliono prendersi un potere dello Stato e togliere di mezzo i sovrintendenti che, evidentemente, danno fastidio. Non vogliono un potere terzo che limiti quello di Comune e Regione. Veniamo al tavolo tecnico. Come sta andando? Non lo so e non mi interessa. Vuol dire che lei non è stato coinvolto? No. La Costituzione mi attribuisce la funzione della tutela del paesaggio, non quella di andare a dialogare con le singole Regioni sulle loro leggi. Io mi devo solo preoccupare del fatto che, quando si costruisce, si rispettino certe procedure. Ma, in caso di accordo, è lei che dovrebbe ritirare il ricorso. Guardi, la questione del ritiro dell'impugnativa è semplice e non si può neppure definire politica: o la Polverini toglie dalla legge quelle norme che mi sembrano incostituzionali o deciderà la Corte. Mi pare di una chiarezza cristallina. Capisce perché non cercano il dialogo con me, ma con altri ministri? Non avreste potuto parlarne prima dell'impugnativa? Quando io a giugno e a luglio avevo sollevato la questione che il Piano casa presentava aspetti di incostituzionalità evidente, non sono stato ascoltato. Ora dovrei forse lasciar cadere la cosa perché si tratta di una giunta di centrodestra? Non sono quel tipo di ministro. Come si concluderà questa vicenda? Che sensazioni ha? Non certo positive. La reazione a un'impugnativa attesa, doverosa e scontata è così sopra le righe che io mi sono convinto che sotto ci sia qualcosa di più. Mi fermo qui, ma non è possibile avere una reazione di questo tipo per questioni che riguardano aspetti marginali della legge. Pensa che si andrà alla Consulta? Non mi sembra ci siano altre strade, a meno che la Regione decida divenire incontro alle inderogabili prerogative di tutela del ministero per i Beni culturali. E successo altre volte con governi di qualsiasi colore. Il Consiglio regionale può approvare le necessarie modifiche alla legge in questione e noi ritiriamo l'impugnativa. Ci sarebbe tutto il tempo ed il modo per operare così.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:27:22 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:27:22