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Intervista al Direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana Maddalena Ragni: "la parola chiave è coordinamento"
Testo del comunicato
(Pubblicata il 14 novembre 2011 su www.quotidianoarte.it a cura di Raffaella Ansuini)
Poco più di due anni alla Direzione Regionale della Toscana. Può illustrare ai lettori i traguardi più rilevanti raggiunti e le maggiori soddisfazioni?
Assumendo nell’agosto del 2009 la direzione della Direzione Regionale della Toscana sapevo che avrei trovato una struttura con grandi capacità e con grandi impegni; la Toscana è per sua natura caratterizzata da una rilevantissima presenza di beni culturali, concentrati nelle tante città d’arte come Firenze, Siena, Lucca, Arezzo, Pisa e diffusi sull’intero territorio, il tutto immerso in un paesaggio dalle mille sfumature, connotato di proprie e sempre diversificate caratteristiche, dagli ambiti agricoli, marini, montuosi a quelli urbani (basti pensare alle aree riconosciute dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità), tutte di eccellenza.
La mia prima attenzione è stata rivolta all’operatività della struttura, alla quale ho messo a disposizione la mia esperienza e la mia conoscenza professionale derivante dai tanti incarichi ricoperti in più di trenta anni di servizio, e ad una azione forte di coordinamento che continuo a ritenere fondamentale per poter affrontare in maniera corretta e soprattutto coerente le tante problematicità che l’attività quotidiana e il continuo mutare delle normative fa emergere.
È stata in questi due anni implementata l’attività del Comitato Regionale di Coordinamento, nel cui ambito sono state affrontate tematiche comuni di natura procedurale, come per esempio le procedure relative a vincoli intersettoriali, di natura interpretativa di norme vigenti, come per esempio in materia di paesaggio, di applicazione di linee guida, come per esempio le linee guida relative al rischio sismico e quelle sulle energie rinnovabili. Per queste ultime, è stato costituito un gruppo di lavoro con la presenza di funzionari di tutte le Soprintendenze cui è stato assegnato il compito di procedere a una ricognizione dei progetti in atto e evidenziare per ogni tipologia le criticità sulle quali sarà provocato un confronto con la Regione nell’ambito dell’adeguamento del Piano di Indirizzo Territoriale.
Ciò che mi ha colpito all’inizio è stato il constatare che in una regione così ricca, fossero presenti concessionari per la gestione dei servizi museali solo a Firenze, particolare questo che dava subito l’idea che in ambito regionale non fossero state definite strategie di valorizzazione efficaci. I dati statistici di affluenza agli altri musei statali, del resto, confermavano questa impressione. Sono state quindi assunte iniziative in questo settore che hanno portato all’avvio di una procedura di gara integrata su Arezzo, coinvolgendo il Museo Archeologico, la Basilica di San Francesco e il Museo di Casa Vasari, procedura che è oggi in corso, e si è proceduto, inoltre, nel 2010 alla stipula di un protocollo tra il Ministero, la Regione Toscana e la Consulta delle Fondazioni Bancarie finalizzato alla definizione di rapporti di collaborazione operativa tra i soggetti firmatari e, nella prima fase, all’individuazione di progetti importanti cofinanziati, anche questi in corso, come il completamento del Parco archeologico di Cortona, la riqualificazione di Piazza SS. Annunziata a Firenze con il riallestimento del Museo Archeologico e del Museo degli Innocenti, il completamento del restauro e il riallestimento dei Musei Elbani a Portoferraio, il completamento del Museo delle navi antiche di Pisa, il completamento del Museo delle Statue Stele a Pontremoli, il completamento del restauro di Villa Careggi a Firenze.
Ognuno di questi progetti è stato impostato comprendendo anche la definizione delle modalità di gestione e di adeguate strategie di promozione e valorizzazione. Certo anche la Direzione Regionale della Toscana soffre come tutte le altre strutture del Ministero, centrali e periferiche, della carenza di risorse umane e finanziarie, ma grazie alla qualificazione e all’impegno del personale, sono stati raggiunti traguardi importanti, basti pensare che dal 2004 ad oggi sono state avviate n. 5869 procedure di verifica di cui n. 1502 negli ultimi due anni e che sempre dal 2004 sono stati riconosciuti di interesse n. 2264 beni (di cui n. 742 negli ultimi due anni), sono stati dichiarati di non interesse n. 2902 beni (788 negli ultimi due anni) e sono tutt’ora in corso di valutazione n. 703 schede.
Un impegno particolare è stato posto dalla Direzione nell’attivazione dei tavoli tecnici operativi previsti dal d. lgs. 85 del 2010 finalizzati alla sottoscrizione di accordi di valorizzazione ai sensi dell’art. 112 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, presupposto questo per il trasferimento dei beni stessi dal Demanio all’Ente Locale richiedente.
Anche in questo caso posso dare dei dati significativi: sono pervenute richieste da parte di n. 31 Amministrazioni, in massima parte comunali, che hanno riguardato n. 59 beni insistenti su buona parte del territorio toscano; alcuni di questi beni sono di particolare interesse come il Teatro della Pergola, Palazzo Strozzi e Forte Belvedere a Firenze, l’ex Carcere di San Domenico e la Chiesa di San Lorenzo in Ponte a San Gimignano, la Torre di Marciana, la Casa del Boccaccio a Certaldo, i castelli della Lunigiana quali Castello di Terrarossa a Licciana Nardi, la Fortezza della Brunella ad Aulla, il Castello di Lusuolo a Mulazzo, il Castello di Malgrate a Villafranca in Lunigiana, il Castello di Malaspina a Massa, la cinta muraria a Siena, la Stazione Telegrafica Marconi a Pisa e tanti altri.
Una grande soddisfazione è stata aver definito e sottoscritto ai primi di agosto gli accordi per il trasferimento del Teatro della Pergola al Comune di Firenze e dell’Ex Carcere di San Domenico e Chiesa di San Lorenzo in Ponte al Comune di San Gimignano.
Ad ottobre dello scorso anno si è celebrato a Firenze il decennale della Convenzione Europea del Paesaggio. Una data significativa per il nostro Belpaese e per la Toscana?
Si sono moltiplicate in questi anni le iniziative per richiamare, sostenere, approfondire la conoscenza delle tematiche che ruotano attorno al paesaggio, con il convinto intento di suscitare nella società la crescita di quella sensibilità, di quella consapevolezza dello stretto legame che unisce ogni individuo al suo ambiente, indispensabile per assicurare veramente la tutela di questo bene.
Poco più di due anni alla Direzione Regionale della Toscana. Può illustrare ai lettori i traguardi più rilevanti raggiunti e le maggiori soddisfazioni?
Assumendo nell’agosto del 2009 la direzione della Direzione Regionale della Toscana sapevo che avrei trovato una struttura con grandi capacità e con grandi impegni; la Toscana è per sua natura caratterizzata da una rilevantissima presenza di beni culturali, concentrati nelle tante città d’arte come Firenze, Siena, Lucca, Arezzo, Pisa e diffusi sull’intero territorio, il tutto immerso in un paesaggio dalle mille sfumature, connotato di proprie e sempre diversificate caratteristiche, dagli ambiti agricoli, marini, montuosi a quelli urbani (basti pensare alle aree riconosciute dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità), tutte di eccellenza.
La mia prima attenzione è stata rivolta all’operatività della struttura, alla quale ho messo a disposizione la mia esperienza e la mia conoscenza professionale derivante dai tanti incarichi ricoperti in più di trenta anni di servizio, e ad una azione forte di coordinamento che continuo a ritenere fondamentale per poter affrontare in maniera corretta e soprattutto coerente le tante problematicità che l’attività quotidiana e il continuo mutare delle normative fa emergere.
È stata in questi due anni implementata l’attività del Comitato Regionale di Coordinamento, nel cui ambito sono state affrontate tematiche comuni di natura procedurale, come per esempio le procedure relative a vincoli intersettoriali, di natura interpretativa di norme vigenti, come per esempio in materia di paesaggio, di applicazione di linee guida, come per esempio le linee guida relative al rischio sismico e quelle sulle energie rinnovabili. Per queste ultime, è stato costituito un gruppo di lavoro con la presenza di funzionari di tutte le Soprintendenze cui è stato assegnato il compito di procedere a una ricognizione dei progetti in atto e evidenziare per ogni tipologia le criticità sulle quali sarà provocato un confronto con la Regione nell’ambito dell’adeguamento del Piano di Indirizzo Territoriale.
Ciò che mi ha colpito all’inizio è stato il constatare che in una regione così ricca, fossero presenti concessionari per la gestione dei servizi museali solo a Firenze, particolare questo che dava subito l’idea che in ambito regionale non fossero state definite strategie di valorizzazione efficaci. I dati statistici di affluenza agli altri musei statali, del resto, confermavano questa impressione. Sono state quindi assunte iniziative in questo settore che hanno portato all’avvio di una procedura di gara integrata su Arezzo, coinvolgendo il Museo Archeologico, la Basilica di San Francesco e il Museo di Casa Vasari, procedura che è oggi in corso, e si è proceduto, inoltre, nel 2010 alla stipula di un protocollo tra il Ministero, la Regione Toscana e la Consulta delle Fondazioni Bancarie finalizzato alla definizione di rapporti di collaborazione operativa tra i soggetti firmatari e, nella prima fase, all’individuazione di progetti importanti cofinanziati, anche questi in corso, come il completamento del Parco archeologico di Cortona, la riqualificazione di Piazza SS. Annunziata a Firenze con il riallestimento del Museo Archeologico e del Museo degli Innocenti, il completamento del restauro e il riallestimento dei Musei Elbani a Portoferraio, il completamento del Museo delle navi antiche di Pisa, il completamento del Museo delle Statue Stele a Pontremoli, il completamento del restauro di Villa Careggi a Firenze.
Ognuno di questi progetti è stato impostato comprendendo anche la definizione delle modalità di gestione e di adeguate strategie di promozione e valorizzazione. Certo anche la Direzione Regionale della Toscana soffre come tutte le altre strutture del Ministero, centrali e periferiche, della carenza di risorse umane e finanziarie, ma grazie alla qualificazione e all’impegno del personale, sono stati raggiunti traguardi importanti, basti pensare che dal 2004 ad oggi sono state avviate n. 5869 procedure di verifica di cui n. 1502 negli ultimi due anni e che sempre dal 2004 sono stati riconosciuti di interesse n. 2264 beni (di cui n. 742 negli ultimi due anni), sono stati dichiarati di non interesse n. 2902 beni (788 negli ultimi due anni) e sono tutt’ora in corso di valutazione n. 703 schede.
Un impegno particolare è stato posto dalla Direzione nell’attivazione dei tavoli tecnici operativi previsti dal d. lgs. 85 del 2010 finalizzati alla sottoscrizione di accordi di valorizzazione ai sensi dell’art. 112 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, presupposto questo per il trasferimento dei beni stessi dal Demanio all’Ente Locale richiedente.
Anche in questo caso posso dare dei dati significativi: sono pervenute richieste da parte di n. 31 Amministrazioni, in massima parte comunali, che hanno riguardato n. 59 beni insistenti su buona parte del territorio toscano; alcuni di questi beni sono di particolare interesse come il Teatro della Pergola, Palazzo Strozzi e Forte Belvedere a Firenze, l’ex Carcere di San Domenico e la Chiesa di San Lorenzo in Ponte a San Gimignano, la Torre di Marciana, la Casa del Boccaccio a Certaldo, i castelli della Lunigiana quali Castello di Terrarossa a Licciana Nardi, la Fortezza della Brunella ad Aulla, il Castello di Lusuolo a Mulazzo, il Castello di Malgrate a Villafranca in Lunigiana, il Castello di Malaspina a Massa, la cinta muraria a Siena, la Stazione Telegrafica Marconi a Pisa e tanti altri.
Una grande soddisfazione è stata aver definito e sottoscritto ai primi di agosto gli accordi per il trasferimento del Teatro della Pergola al Comune di Firenze e dell’Ex Carcere di San Domenico e Chiesa di San Lorenzo in Ponte al Comune di San Gimignano.
Ad ottobre dello scorso anno si è celebrato a Firenze il decennale della Convenzione Europea del Paesaggio. Una data significativa per il nostro Belpaese e per la Toscana?
Si sono moltiplicate in questi anni le iniziative per richiamare, sostenere, approfondire la conoscenza delle tematiche che ruotano attorno al paesaggio, con il convinto intento di suscitare nella società la crescita di quella sensibilità, di quella consapevolezza dello stretto legame che unisce ogni individuo al suo ambiente, indispensabile per assicurare veramente la tutela di questo bene.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:27:22 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:27:22