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Al Museo Archeologico Nazionale di Taranto si inaugura la mostra « L’età dell’oro » di Federico GORI. Venerdì 8 aprile 2022
Testo del comunicato
Presentazione della mostra di
Federico Gori
“L’ETÀ
DELL’ORO”
a cura di Eva Degl’Innocenti e
Lorenzo Madaro
Museo Archeologico Nazionale di
Taranto – MArTA
8 aprile 2022
– 8 gennaio 2023
Sarà inaugurata venerdì
8 aprile alle ore 10.30, all’interno del Museo Archeologico Nazionale di
Taranto – MArTA, la mostra “L’età dell’oro (la muta)” dell’artista Federico
Gori, a cura di Eva Degl’Innocenti e Lorenzo Madaro.
Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA
è tra i vincitori del bando PAC - Piano
per l’Arte Contemporanea del Ministero della Cultura (bando della Direzione Generale Creatività Contemporanea
del Ministero della Cultura) con una mostra personale dedicata all’artista Federico Gori e l’acquisizione di una
sua opera inedita site-specific che entra a far parte delle collezioni permanenti
dell’istituzione tarantina.
Il Museo
Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA ad autonomia speciale ha incluso fino
dal 2016 l’arte contemporanea tra i
principali elementi valoriali alla base del suo piano strategico.
L’età
dell’oro (la muta), opera pensata e progettata da Federico Gori
appositamente per il MArTA (e da cui deriva anche il titolo dell’intero
progetto espositivo curato dalla direttrice del museo, Eva Degl’Innocenti, e da
Lorenzo Madaro, con il coordinamento di Gregorio Battistoni di Atlante
servizi), è costituita da una teca in legno e vetro trasparente strutturata su
più livelli, contenente una serie di sculture in oro, argento, bronzo, rame e
ferro, realizzate a partire dall’esuvia di 28 serpenti. La scelta dei metalli riflette la successione delle età
delineata ne Le opere e i giorni di
Esiodo e si lega fortemente con gli Ori di Taranto da cui l’opera trae
ispirazione diretta. L’esuvia del serpente è qui assurta ad elemento simbolico
di mutazione, nel suo significato più profondo: la capacità rigeneratrice della
natura e delle sue creature. La mostra è allestita all’interno del percorso
museale del MArTA.
La
Direttrice del MArTA Eva Degl’Innocenti
dichiara: “L’opera site-specific di
Federico Gori entra a far parte delle collezioni permanenti del museo MArTA,
con un dialogo tra patrimonio archeologico e creatività contemporanea di grande
suggestione e contribuendo alle stratificazioni di senso e significati di
questo luogo di memorie”.
“La
mostra di Federico Gori è anche l’occasione per investigare la collezione
archeologica del museo – dice il co-curatore della mostra Lorenzo
Madaro - attraverso lo sguardo di un artista contemporaneo, perciò
sia il catalogo che sarà editato per l’occasione che le attività legate al
progetto espositivo si concentreranno su tale presupposto attraverso
il coinvolgimento attivo di pensatori e studiosi di differenti discipline”.
In un momento in cui nella dimensione espositiva il
rapporto tra l’antico e il contemporaneo è al centro delle riflessioni
curatoriali del presente, il progetto espositivo personale L’età dell’oro concepito da Federico Gori (Prato, 1977) per il
Museo Archeologico Nazionale di Taranto - MArTA risulta assolutamente
pregnante, perché è in grado di rivelare un percorso di conoscenza, anzi un
vero e proprio itinerario tra i materiali e le forme care alla sua indagine e
le opere custodite in uno dei musei più importanti del Mediterraneo.
Federico Gori ha, anzitutto, posto una regola: nessuna invasione,
nessuna gara tra il presente del suo lessico e le forme assolute dell’antico,
difatti è egli stesso a sostenere: “Solitamente non voglio essere influenzato
dal contesto in cui espongo, è importante per me pormi come una tabula rasa.
Questa è una mostra pensata comunque per questo museo, ma deve vivere di vita
propria”. Il progetto non è, difatti, un agonistico percorso di
territori linguistici lontani millenni, ma una forma pacifica di dialogo, in
cui le opere del contemporaneo si muovono con rispetto tra vasellame antico,
mosaici, sculture. L’opera prodotta nell’ambito del bando è una scultura che
unisce il tempo e lo spazio, epoche storiche lontanissime unite da ideali globali.
Al centro di questo intimo itinerario di
conoscenza c’è infatti il tempo, che si declina con diverse temperature
concettuali e visive. Anzitutto il tempo della storia delle civiltà che sono al
centro della collezione museale. E poi, naturalmente, quelle delle opere,
appartenenti a differenti cicli, installate dall’artista. “È quindi presente un tempo
interno sia nelle opere, sia nei materiali che le compongono, che per me è
essenziale” – racconta ancora Gori. Il suo è un lavoro totalmente (e
volutamente) disconnesso da una specifica collocazione cronologica orientata
verso il presente, usa materiali che appartengono alla storia dell’uomo, la
terra, il rame, elementi primigeni in grado di sviluppare forme di
comunicazione radicali nel loro essere volutamente essenziali.
Le opere d’arte sono organismi viventi, hanno una loro
specifica pregnanza, si muovono nello spazio cambiando pelle, trasformando il
proprio stesso organismo in un corpo dinamico.
“Le opere in rame, per esempio, non hanno un aspetto
legato al tempo esclusivamente visivo e quando io uso l’elemento vegetale lo
faccio solo perché mi consente di parlare del tempo. Credo che sostanzialmente
il mio fare arte sia un metodo per allontanare la morte, per entrare a contatto
con un aspetto arcaico di cui ho timore, ma profondo rispetto. Produrre tramite
elementi che cambiano è come una forma di esorcismo, per fare i conti con la
propria caducità”, precisa l’artista nell’intervista che sarà parte
integrante del catalogo della mostra che sarà pubblicato da Magonza.
Vivono nella mimesi di una zolla di terra appena vangata
le sculture che costituiscono le cosmogonie di 13/12 (Santa Lucia): forme plastiche di terra che vivono la
dimensione dilatata di una plasticità totalizzante, in grado di generare volumi
essenziali e pregnanti. I singoli elementi di questo ciclo di lavori in
progress sono diffusi in più vetrine. Il
pubblico è invitato a muoversi liberamente nello spazio, alla ricerca di
possibili scenari. Le opere vanno scoperte nelle teche, si fanno amare nello
spazio, il visitatore le deve scovare tra le superfici e le grandi pareti, che
accolgono polittici concepiti incidendo il rame. Ancora una volta una forma di
comunicazione visuale primaria, eppure ricercata, frutto di una progettualità
specifica, che l’artista è in grado di elaborare dopo aver messo in azione un
lessico composito, che va avanti da anni.
I polittici di rame in mostra
custodiscono pattern ripetuti in più momenti, sono immagini grafiche di fossili
e piante estinte. Ecco ancora una volta il tempo, anche nelle ossidazioni
naturali che persistono sulle superfici in divenire. Tempo che consuma e
costruisce, che concepisce nuove geografie visive e spaziali. Federico Gori
conferma la maturità di un lavoro che in questo momento storico si distingue
per tipologia e pratica, pur vivendo anche di intime connessioni con la storia
dell’arte, anche quella italiana degli anni Sessanta e Settanta.
Il Museo
Archeologico Nazionale di Taranto fa anche parte del “Circuito del
Contemporaneo in Puglia” dell’Assessorato all’Industria Turistica e Culturale
della Regione Puglia. Il progetto è marchio di riferimento per
un’infrastruttura dedicata alla diffusione, valorizzazione e produzione di arte
contemporanea. Grazie a una visione strategica e inclusiva su scala
territoriale, si pone l’obiettivo di costituire stabilmente una rete
policentrica d’eccellenza per la produzione e fruizione di arte contemporanea.
Profilo biografico dell’artista
Federico Gori (Prato, 1977, vive e
lavora a Pistoia). Dopo aver studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di
Firenze, viene invitato da Sergio Risaliti a esporre il proprio lavoro nel
Palazzo Comunale di Prato nel 2002, all’interno dell’evento Gemine
Muse. Lo stesso anno vince una borsa di studio presso Il
Giardino di Daniel Spoerri. Hic Terminus Haeret, Seggiano, Grosseto, dove realizza
l’opera site-specific Life in A Glass
House. Nel 2011 viene invitato alla 54^ Biennale di Venezia, Padiglione
Accademie. Nel 2013 vince il Premio Speciale al Talent Prize 2013, con
l’opera “Giro giro tondo”. Nel 2016 vince il concorso Un Giardino Nuovo per Palazzo
Fabroni, in collaborazione con gli architetti Alessio Gai e Michele
Fiesoli, Museo Palazzo Fabroni Centro Arti Visive Contemporanee, Pistoia. Nel
2017 viene selezionato all’interno del progetto europeo The Spur ETACEC 16-18,
per trascorrere due mesi in residenza artistica presso La Panacée, Centre d’Art
Contemporain, invitato dal Bureau Des Arts et Territoires, Montpellier,
Francia. Tra le mostre recenti si ricordano: Di fragilità e potenza, Palazzo Strozzi, Firenze, 2013. Antologia
di un progetto, Galleria Biagiotti Progetto Arte, Firenze, 2013. Finte
Nature, Una nuova scena artistica toscana, Mac,n, Monsummano Terme, Pistoia, 2013. Le faux miroir,
Palazzo Tagliaferro, Andora, Savona, 2013. Del 2015 sono le mostre personali Corteccia,
Museo Ebraico di Bologna, e Come Afferrare il Vento, Palazzo Fabroni Arti Visive
Contemporanee, Pistoia. Sempre del 2015 sono le mostre: Impatto 2.0, Sala Ex
Pescheria Vecchia, Este, Padova. Governare il Caso, Pinacoteca
Comunale di Città di castello, Perugia. Colorful, Sifang Art Museum, Nanjing, Jiangsu P. R. China. Nel 2015
viene invitato da Marco Pierini a realizzare un’opera permanente all’interno
del progetto Parc01 – Rebuilding the Future, Rossana Maiorca Cycle Route,
Siracusa. Nel 2016 L’opera Underground n.2, entra a far parte della collezione
permanente con una sala personale all’interno del Museo Palazzo Fabroni Centro
Arti Visive Contemporanee, Pistoia. Del 2018 è la personale Siate
fedeli alla terra, nell’Atrio
d’Onore del Palazzo della Provincia di Arezzo. Del 2019 è il progetto Earthrise,
in collaborazione con lo scienziato e neurobiologo Stefano Mancuso.
Giorni e
orari di visita della mostra
dal martedì al sabato
dalle ore 8:30 alle ore 19:30 (ultimo ingresso
prenotabile alle ore 17:30)
lunedì riservato
ai gruppi
dalle ore 8:30 alle ore 19:30 (ultimo ingresso
prenotabile alle ore 17:30)
domenica dalle
ore 9:00 alle ore 13:00 e dalle ore 15:30 alle ore 19:30 (ultimo ingresso
prenotabile alle ore 17:30)