Iscriviti alla newsletter
Rolando Rivi, Sangiuliano: “Suo martirio abbia giusto riconoscimento”
Testo del comunicato
“Questa vicenda umana diventi memoria collettiva”
“La vicenda di Rolando Rivi, per evidenti implicazioni politiche, non ha avuto il rilievo che merita. È stato definito il martire bambino e la sua storia deve essere riproposta non per alimentare divisioni ma per ottenere il giusto riconoscimento. È significativo ricordare che la Chiesa cattolica l’abbia proclamato beato, sottolineandone il martirio, e che una sentenza dello Stato italiano, quella della Corte di Assise di Lucca che nel 1951 condannò i responsabili dell’uccisione, sentenza poi confermata dalla Corte di Assise di Appello di Firenze e infine dalla Cassazione, abbia riconosciuto precise responsabilità. Credo che la vicenda umana di Rolando Rivi debba diventare memoria collettiva e che ogni anno bisogna celebrarne il ricordo e il suo alto esempio morale”.
Lo ha detto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, oggi al termine della commemorazione del beato Rolando Rivi che s’è tenuta a Castellerano nella chiesa di san Valentino.
Rolando Rivi, beato della Chiesa cattolica, è stato definito il “martire bambino”. Era nato a San Valentino, frazione di Castellarano, il 7 gennaio del 1931. Il 10 aprile 1945 fu rapito da un gruppo di partigiani comunisti, che costrinsero il ragazzo di 14 anni a seguirli nella boscaglia. Accusandolo di essere una spia dei fascisti, dopo tre giorni di percosse, umiliazioni e sevizie, lo uccisero a colpi di pistola in un bosco di Piane di Monchio, frazione di Palagano, il 13 aprile del 1945.
Nel 1951 la Corte di Assise di Lucca condannò i responsabili dell'uccisione, Giuseppe Corghi, che aveva sparato, e Delciso Rioli, comandante della 27ª Brigata Garibaldi "Dolo", a 23 anni di reclusione. La condanna venne confermata nel 1952 dalla Corte di Assise di Appello di Firenze e diventò definitiva in Cassazione.
Ufficio Stampa e Comunicazione MiC